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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Milan, Calhanoglu salta il Torino: ha una caviglia gonfia. Ibra, test venerdì: rientro probabile in Coppa Italia

    Non c’è pace per i rossoneri, alle prese con le assenze: il fantasista turco, fra i migliori in questo periodo, ha forte dolore. Ibrahimovic scalpita, venerdì il test decisivo

    Non c’è pace per il Milan. Hakan Calhanoglu ha preso una botta al piede, la caviglia è gonfia e dovrà saltare la partita col Torino di campionato sabato sera alle 20.45. Per Pioli, l’ennesima grana. Il turco si aggiunge agli altri assenti Ibrahimovic, Bennacer, Gabbia, Saelemaekers, Rebic e Krunic. Di loro con ogni probabilità nessuno recupererà per sabato. Rientra solo Tonali dalla squalifica.

    Zlatan Ibrahimovic scalpita. Sarà il primo a rientrare. Domani, venerdì, farà il test decisivo. Ma essendo fuori dal 22 novembre scorso, con ogni probabilità si aspetterà martedì in Coppa Italia, sempre col Torino.

    CorSera
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
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    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Roma: Fonseca e la via portoghese al successo, adattarsi per vincere

      Il centrocampista armeno ha ricevuto dall’allenatore le chiavi della squadra: 8 gol e 7 assist in campionato


      Pioli è il mago della ripartenza dopo la lunga pausa per la pandemia, Conte il martello pneumatico che può fallire in Europa ma mai in campionato, Pirlo il nuovo che avanza con un grande passato dietro alle spalle. E poi, in mezzo a tre allenatori italiani che hanno masticato la serie A anche da calciatori, c’è l’intruso: il portoghese Paulo Fonseca con la sua Roma.


      Calcio alla portoghese

      In un’intervista rilasciata proprio al Corriere della Sera, il commissario tecnico portoghese Fernando Santos ha lanciato questo paragone: «Siamo simili agli italiani perché, venendo da popoli non ricchi, ci sappiamo adattare». E così ha fatto Fonseca, che aveva vinto tre scudetti consecutivi con lo Shakhtar Donetsk, la Juve di Ucraina. Pareggiò 3-3, in casa contro il Genoa, la sua prima partita in serie A: difesa a 4, terzini altissimi, tanti spazi lasciati all’avversario. Adesso gioca con la difesa a 3. Predicava l’importanza del possesso palla e ora preferisce spesso lasciare la sfera agli altri in cambio di spazi da riempire con le incursioni di Mkhitaryan, Pellegrini, Pedro, Veretout e Spinazzola, orchestrati dalla sapienza di Dzeko nel giocare un po’ da 9 e un po’ da 10. Dire che si è «italianizzato» sarebbe da presuntuosi, come se il nostro calcio fosse a prescindere migliore degli altri. Però è certo che Fonseca, proprio come il mentore Fernando Santos, capace di vincere la finale dell’Europeo 2016 contro la favoritissima Francia padrona di casa, prepara ogni partita nei minimi dettagli. La tattica, per lui, non è sinonimo di debolezza ma di intelligenza. Finora la Roma è stata spietata con le «piccole» (10 vittorie su 11 partite, unica eccezione lo 0-0 di Verona alla prima giornata, trasformato in 0-3 dal pasticcio-Diawara) e in difficoltà con le «grandi»: pareggi con Milan, Juve e Sassuolo, batoste con Napoli (0-4) e Atalanta (1-4). Proprio per questo il doppio confronto contro Inter (domenica alle 12.30) e Lazio (venerdì 15 gennaio) è atteso come la prova della verità.

      La mente e il braccio

      Se Fonseca è la mente, il suo braccio in campo è Henrikh Mkhitaryan: 8 gol e 7 assist in campionato. Una simile completezza si trova nei massimi tornei europei solo in Bruno Fernandes del Manchester United e in Harry Kane del Tottenham. L’armeno è arrivato a parametro zero dopo aver rescisso il suo contratto con l’Arsenal sotto la regia del suo procuratore Mino Raiola (una commissione in questo caso ben spesa). Borja Mayoral, che ha fatto riposare Dzeko a Crotone e segnato una doppietta, è in prestito biennale dal Real Madrid. Gonzalo Villar, il giovane regista rivelazione di questo campionato, è stato acquistato per 4 milioni (più uno di eventuali bonus) dall’Elche, serie B spagnola. Adesso vale almeno il quadruplo.

      Nel campionato scorso la Roma crollò dopo la sosta natalizia: 5 sconfitte, un pareggio e una sola vittoria nelle prime 7 partite del 2020. Il 2021, invece, è iniziato con due vittorie con Samp e Crotone. Sullo sfondo, la nuova presidenza Friedkin: ha ereditato un pesante «rosso» da Pallotta, ma per prima cosa ha voluto mettere a posto i conti con una tifoseria sfiduciata e in molti casi incattivita. Adesso sogna, in attesa di domenica, ora di pranzo.

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        Bergomi-Del Piero, scontro in diretta. «Troppa pressione sull’Inter». L’ex Juve: «Hanno la squadra per vincere»

        L’ex difensore nerazzurro in soccorso di Conte: «Ha a disposizione la quarta rosa della serie A in termini di competitività»

        Si è giocato una sorta di Inter-Juventus negli studi di Sky. Da una parte Giuseppe Bergomi, storico capitano dei nerazzurri, dall’altra Alessandro Del Piero, ex bandiera bianconera. Ha iniziato l’ex difensore, campione del Mondo a Spagna 82 con la Nazionale, quando ha ribadito che per lui Antonio Conte ha a disposizione la quarta rosa in termini di competitività del campionato.

        Proprio per questo, sempre secondo Bergomi, sono troppe le pressioni sull’Inter, al momento seconda a un punto dal Milan e sconfitta a Marassi contro la Sampdoria (due gol degli ex, Candreva e Keita) dopo otto vittorie di fila. Queste parole hanno scatenato la reazione dei presenti. Da Del Piero al giornalista Sandro Piccinini. «Diamo responsabilità all’Inter che deve vincere per forza, ma non è così, non è giusto metterle questa pressione. Juve, Napoli e Milan hanno una rosa migliore. Se non vince il campionato non è che ha fallito. Sulle altre non si fa questo discorso. Con Spalletti due quarti posti all’ultima giornata, non è mai andata vicina a vincere. Conte è un valore aggiunto», le parole «incriminate» che hanno diverse perplessità.

        «Scusa, sento parlare di pressione. Ma chi è che non ha pressione? L’Inter ha pressione, la Juve ha pressione. Il Milan adesso comincia ad avere pressione perché si rende conto che ha gli altri dietro. Anche loro sono da anni che non vincono, anzi fanno molto peggio dell’Inter. La pressione c’è in quelli che non vincono. Ed è giusto che sia così. Io mi accodo a quanto detto da Capello: l’Inter ha una squadra per vincere non da quest’anno, ma già dall’anno scorso», ha detto Del Piero.

        Incassato il giudizio dell’ex numero 10 della Juventus, Bergomi ha poi provato a spiegare quanto detto in precedenza. Ricevendo la controreplica ancora da Del Piero («Dopo parliamo del Benevento? Cerchiamo di non mettere pressione anche a loro») e poi di Piccinini: «Non mettete pressione all’Atalanta perché…». Allora, Bergomi ha concluso: «Avere tutti contro, vuol dire che quello che dico è giusto. Io sono felice». Ma Del Piero: «No Beppe, quello che hai detto non è giusto».


        CorSera
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          Aspetterei a dire che la Juve è tornata...
          Originariamente Scritto da Marco pl
          i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
          Originariamente Scritto da master wallace
          IO? Mai masturbato.
          Originariamente Scritto da master wallace
          Io sono drogato..

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            Ahahahah lo Zio Bergomi n c'ha mai capito n cazz0...
            Ottima carriera eh da calciatore e sull'uomo era davvero forte, ma dire ste robe denota veramente poca intelligenza calcistica.

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              Non abbiamo certo bisogno delle odierne sviolinate dei giornalisti, banderuole al vento, per sapere che la rosa più forte e più profonda e più ampia è ancora quella della Juventus, che è anche l'unica ad avere attitudine alla vittoria (in senso di forza mentale, impermeabile a tutto).

              Sono però quelle condizioni sufficienti per avere certezze? No. No perchè trattasi di una squadra che ha in atto una rivoluzione, con un allenatore che sta facendo scuola non a Coverciano o sui campi minori ma direttamente nell'agone del campionato e delle coppe: a conferma di questa costruzione in fieri c'è il fatto della mancanza di continuità, la vera pietra angolare di tutta la questione, che, finchè non si risolve, resterà un enigma ogni partita che si andrà ad approcciare, contro prime o ultime in classifica che siano, e la regolarità è invece tanto se non tutto in un campionato.

              No perchè questo è un campionato asimmetrico, con imprevedibili risultati ad ogni domenica. E' un campionato che si è aperto a ventaglio con plurime candidature e possibilità - pensiamo alla Roma, data per spacciata in estate, che ha fatto un mercato minore, con Fonseca messo in discussione e adesso è terza a 3 punti dalla tanto celebrata Inter.

              Ecco, l'Inter: le persone pagano Sky per sentirsi raccontare da Bergomi che quella interista è la quarta (ripeto: quarta) rosa del campionato. Questi sono gli esperti che commentano partite e stagione, pagati coi soldi degli abbonati. La quarta rosa, con un allenatore top a 12 milioni, un Lukaku pagato 80, i Vidal, Sensi, Barella e compagnia, quando il Milan, se vengono a mancare due o tre giocatori, deve mettere in campo la primavera.

              Il posto dei tifosi non può essere quello degli studi televisivi: c'è il salotto di casa per quello oppure il bar quando non si è in zona rossa.

              Conte è già uscito dalla champions: ha solo il campionato, la condizione a lui più favorevole e che ha sempre preferito. Se non dovesse vincerlo ha ragione Bergomi: non sarà un fallimento: la definizione più adatta sarà disastro - 11 anni di vuoto assoluto e Conte che saluterà la truppa e un lavoro, un progetto che dovrà ricominciare da capo. E' forse questo scenario inquieto che ha già annebbiato e confuso la mente di qualcuno.
              Last edited by Sean; 08-01-2021, 08:13:21.
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                      La gazzetta si é accorta della Roma, brutto segnale.
                      Intanto pare che quel Reynolds vada alla juve che lo girerà in prestito al benevento.
                      Mentre la Roma dovrebbe virare su Montiel per quanto riguarda il terzino

                      ES HORA DE PARTIR: Gonzalo Montiel (24|����) dejará de ser jugador de River Plate, una vez termine su participación en la Copa Libertadores. La AS Roma pagará €7 millones por el lateral derecho. ��El argentino termina contrato en junio próximo. Su salto a Europa ha llegado.

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                        #Milik, parla l'agente: "Vicino a #Atleti, #Juve e #Roma, ma nessuno paga quello che chiede il #Napoli. Sembra che gli azzurri preferiscano lasciarlo in tribuna" https://t.co/HTwoza6iUq
                        — Mirko Calemme (@mirkocalemme)
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                          Mercato in secondo piano. Un pò per la crisi economica, dove al calcio sono rimasti gli spiccioli e dunque si cercano o girano nomi da spiccioli (che non vuol dire non tecnicamente validi ma solo che hanno prezzi da occasione) e un pò perchè il campionato di quest'anno offre già di per se stesso tanti argomenti, e quindi non c'è da riempire il vuoto parlando di altro, di mercato e simili...dunque un buon segno.
                          Last edited by Sean; 08-01-2021, 11:04:35.
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                            Originariamente Scritto da Sean
                            Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                              Berardi salta la juve, strano, non era mai capitato

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                              Originariamente Scritto da Pesca
                              lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

                              Commenta


                                Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
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                                Originariamente Scritto da Sean
                                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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