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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Chiudo dicendo che de Ligt imparerà (perchè ha l'espressione sveglia, quindi sono certo che imparerà) presto che in Italia la difesa è maestra e che la maestria si guadagna sudando sul campo con indefessa applicazione, e che purtroppo per difendere come si deve non bastano i prezzi sui cartellini, i titoli sui giornali.

    Quello che ha fatto prima, in Olanda, all'Ajax, deve prenderlo e metterlo nel cassetto dei ricordi. La sua carriera calcistica inizia adesso, lo scoprirà presto o forse lo ha già scoperto stasera.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Inter, Icardi ora spera nel Barcellona. Wanda Nara: «Causa non per soldi»

      I catalani ultima remota chance se salta Neymar. Mauro «tradito» dalla Juventus, e la moglie-agente accusa i nerazzurri di voler far naufragare ogni trattativa

      Un contraccolpo così forte Mauro Icardi non se l’aspettava e ora, dopo aver aperto la battaglia legale con l’Inter, a lui e alla moglie Wanda Nara restano poche exit strategy. La causa intentata dall’ex capitano al club per «eventi discriminatori e comportamenti gravemente vessatori», con una contestuale richiesta danni di 1,5 milioni, rischia di trascinarsi per mesi. Wanda era su tutte le furie perché il documento redatto dal suo avvocato, Giuseppe Di Carlo, è finito sul web. Il punto però è un altro. Wanda è inviperita, sostiene che Icardi non ha fatto causa all’Inter per soldi, ma per essere reintegrato e svolgere gli allenamenti con Conte, con cui non ha mai sostenuto parte tattica e partitelle. «La richiesta di risarcimento è una conseguenza necessaria dell’atto. Non fa parte di un’iniziativa personale del giocatore», è la linea dell’avvocato degli Icardi.

      Deciderà il collegio arbitrale chi ha ragione. Ora restano due giorni alla fine del mercato. Wanda accusa l’Inter di far naufragare le trattative, il club respinge le illazioni: sarebbe felice di disinnescare la situazione e cedere l’attaccante. La Juve, che finora non ha mai presentato un’offerta, corteggia Wanda e vorrebbe il giocatore, in scadenza a giugno 2021, in prestito, spuntando un obbligo di riscatto irrisorio di 30 milioni. Un’offerta irricevibile per l’Inter, decisa ad accettare solo lo scambio con Dybala. Dopo i rifiuti di Icardi a Roma, Napoli e Monaco, sono su un binario morto le strade Atletico Madrid e Psg. L’ultima (remota) speranza di Wanda è il prestito al Barcellona, lontano da Neymar. Qualche giorno fa Icardi avrebbe respinto una proposta di prolungamento del contratto di un anno a 5 milioni a stagione (quanto guadagna oggi): il club non conferma. Ora è probabile che resti.

      Se così dovesse essere, l’Inter dovrà fargli disputare il 10% delle partite stagionali, concedergli qualcosa in più in allenamento, convocarlo e farlo giocare in alcuni match. Conte si ritrova coinvolto, suo malgrado, nella disputa. «Su Icardi è stato fatto tutto nel modo più corretto. Da otto mesi si parla di questa situazione: non voglio entrarci. Bisogna concentrarsi sui protagonisti di questa stagione, invece vedo che i protagonisti continuano a essere altri e non chi deve giocare». Il rischio è che Icardi, non convocato per Cagliari, torni prima o poi a dover essere, per forza, protagonista anche in campo.


      CorSera
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        La Juve batte il Napoli con un clamoroso autogol di Koulibaly al 93′: i bianconeri sembrano la solita supersquadra da scudetto, poi il Napoli rimonta addirittura tre gol dopo essere rimasto spaventato dai fantasmi di Sarri e Higuain. Vince la Juve, ma la sua superiorità non è dimostrata e tutto può accadere. Il Milan ridisegnato da Giampaolo, intanto, vince facendo fuori Piatek

        JUVENTUS – NAPOLI 4-3

        Al gol di Cristiano Ronaldo – 3-0 dopo un’ora di partita – avremmo potuto scrivere il solito copione. Non c’è storia, c’è solo la Juve (o quasi…). La Juve dei fantasmi napoletani – Maurizio Sarri e il Pipita Higuain – non ha rivali, tantomeno il Napoli di Ancelotti. E invece il Napoli ritrova il coraggio, gioca le sue carte (Lozano & C), rilucida i vecchi attaccanti, approfitta dell’ evidente calo della Juventus, appagata e spompata al tempo stesso. Gli attacchi stavolta hanno trovato spazio in difese sbrindellate e ancora approssimative: la Juve più che dell’inserimento obbligato di De Ligt risente clamorosamente dell’ assenza del ministro della difesa Chiellini.

        Il Napoli con Koulibaly-Manolas doveva avere la miglior coppia centrale del campionato e invece scopre che così non è, che gli tocca trasformarsi in squadra dai brividi zemaniani (7 gol incassati e altrettanti segnati nelle prime due giornate). Per ironia della sorte Koulibaly segna il clamoroso autogol che fa la differenza, regala la vittoria alla Juve (4-3) e rende molto beffarda la sconfitta del Napoli.

        Tutto va molto al di là della classifica e della leggerezza di risultati di inizio stagione. Da qualche parte c’è una ragione e una spiegazione per tutto, Juve e Napoli non sono ancora le squadre che sono state progettate. L’unica conclusione che non bisogna trarre immediatamente, è che lo scudetto sarà sicuramente della Juve e che per il Napoli non ci sarà speranza.

        _______________________

        MILAN-BRESCIA 1-0

        Un Milan diverso, già revisionato alla seconda giornata da Giampaolo. Un gol al Brescia di Calhanoglu e via. Giampaolo ha scelto a sorpresa lo scomparso André Silva e messo in panchina Piatek in crisi. Non è stato forse il Milan che è stato promesso e annunciato nelle settimane di preparazione estiva, ma sicuramente migliore di quello sconcertante che non ha mai tirato in porta a Udine.

        Il Milan del 4-3-1-2 è stato al momento messo da parte, si è scelto un albero di Natale che effettivamente con questi interpreti produce un po’ più di gioco e ridà un po’ di entusiasmo a San Siro. Nel finale il Milan è stato addirittura prorompente e avrebbe potuto raddoppiare, Piatek che entra e tira in porta come non mai sembrava quasi l’attaccante ingaggiato a gennaio e poi scomparso nel finale di stagione e nell’inizio di questa. Entrare dalla panchina e fare bene rischia di diventare un ruolo molto scomodo…

        La “gol line technology” ha anche tolto all’attaccante polacco un gol che sembrava dentro. Il software dice che il pallone non ha passato per intero la linea di porta. E della tecnologia è obbligatorio fidarsi, ci vede sempre meglio di noi. Pare.



        JUVENTUS - NAPOLI 4-3 Al gol di Cristiano Ronaldo - 3-0 dopo un'ora di partita - avremmo potuto scrivere il solito copione. Non c'è storia, c'è solo la Juve (o quasi…). La Juve dei fantasmi napoletani - Maurizio Sarri e il Pipita Higuain - non ha rivali, tantomeno il Napoli di Ancelotti. E invece il Napoli ritrova il coraggio, gioca le sue carte (Lozano & C), rilucida i vecchi attaccanti, approfitta dell' evidente calo della Juventus, appagata e spompata al tempo stesso. Gli attacchi stavolta hanno trovato spazio in difese sbrindellate e ancora approssimative: la Juve più che dell'inserimento obbligato di De Ligt risente clamorosamente dell' assenza del ministro della difesa Chiellini. Il Napoli con Koulibaly-Manolas doveva avere la miglior coppia centrale del campionato e invece scopre che così non è, che gli tocca trasformarsi in squadra dai brividi zemaniani (7 gol incassati e altrettanti segnati nelle prime due giornate). Per ironia della sorte Koulibaly segna il clamoroso
        Last edited by Sean; 01-09-2019, 08:09:19.
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          Sarri ha già capito la Juve: nessuna rivoluzione

          Il primo tempo della Juventus è stato meraviglioso, poteva fare 5 gol. Sembrava la migliore versione di Allegri, girava palla abbastanza lentamente ma poi era velocissima in contropiede: vedere il primo gol, che parte da un calcio d'angolo giocato in modo assurdo dal Napoli, poi ribaltato in pochi secondi. Insomma, per il momento non c'è pressing altissimo, ma si aspetta l'avversario. Penso anche che la Juventus non sarà mai il Napoli di Sarri: il tecnico ha uomini molto diversi, gioca con De sciglio, Douglas molto largo che aiuta molto in mediana. Sembra un 4-4-2.

          La Juve ha però mostrato limiti nella tripla rimonta azzurra. L'assenza di Chiellini si è fatta e si farà sentire ancora, anche perché De Ligt non è un marcatore arcigno. Ma anche la disposizione complessiva della difesa sul secondo gol preso è tutta da rivedere. Poi è chiaro, esistono nel calcio anche gli episodi: l'autogol di Koulibaly è difficile farlo di nuovo. Riassumendo, la gara in cinque punti. Uno: Sarri ha già capito la Juve, si sta adeguando molto bene alla nuova realtà. Due: il Napoli è lontanissimo dalla Juve al di la del risultato. Tre: Orsato è un grande arbitro. Quattro: o l'Inter fa una impresa oppure ci sarà il nono scudetto consecutivo della Juve. Cinque: questo Napoli, avendo preso sette gol in due gare, non è al momento competitivo per lo scudetto.

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            Milan, Correa non si sblocca: prende quota Kouamè

            La trattativa per l'argentino dell'Atletico non decolla, l'alternativa è l'attaccante del Genoa che andrebbe a ricomporre la coppia con Piatek vista in rossoblù nella prima parte della scorsa stagione

            Di fronte allo stallo prolungato su Correa diventa sempre più probabile la necessità di un'alternativa per regalare a Giampaolo un altro attaccante prima della chiusura del mercato in programma lunedì. Il nome che sta prendendo quota è quello di Kouamé. Il giovane ivoriano del Genoa è più abbordabile rispetto a Depay che ha un costo di poco inferiore a quello di Correa.

            La stessa coppia un anno dopo


            La guizzante punta rossoblù inoltre ha il vantaggio di conoscere molto bene Piatek. Il centravanti polacco ha vissuto il periodo migliore della carriera proprio a fianco dell'ex giocatore del Cittadella nella prima metà della scorsa stagione al Genoa. Ora la coppia potrebbe riformarsi a Milanello. Maldini e Boban tenteranno ancora di chiudere con Correa, convinti di aver formulato una proposta convincente all'Atletico Madrid: prestito oneroso con diritto di riscatto che diventerebbe obbligo di fronte a condizioni facilmente raggiungibili per un totale di 40 milioni, quindi di fatto un acquisto a titolo definitivo, spalmato su due esercizi per motivi di bilancio. Questa operazione avrebbe il probabile vantaggio di consentire la cessione di André Silva al Valencia grazie al passaggio di Rodrigo all'Atletico. Ma per ora continua a mancare l'accordo definitivo.

            Altri nomi in Spagna


            Ecco perché il nome di Kouamé prende quota. Dalla Spagna sono giunte voci sull'esterno offensivo (e trequartista) del Real Madrid, Brahim Diaz. Possibile un prestito dalle "merengues" al Milan. Ma il club rossonero non conferma. E anche il giocatore non sarebbe convinto. Forse la soluzione è molto più vicina a Milano: Kouamé, già in gol alla prima di campionato nel 3-3 del Genoa all'Olimpico con la Roma. C'era stato qualche sondaggio a giugno. Poi il Milan aveva preferito seguire altre piste. Ora il sorridente e guizzante ivoriano diventa la possibile soluzione all'imbocco del rettilineo finale del mercato rossonero.

            La trattativa per l'argentino dell'Atletico non decolla, l'alternativa è l'attaccante del Genoa che andrebbe a ricomporre la coppia con …
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              Lazio-Roma, il calcio in ombra nel derby della paura

              La curva biancoceleste vuole ricordare l’assassinato Diabolik, attesi ultrà da diversi paesi. È massima allerta (h. 18, Sky)

              Mai così presto in campionato, alla seconda giornata, mai con così tanta tensione. Lazio-Roma aspetta 50mila spettatori all’Olimpico e oltre 1000 agenti fuori, compresa la polizia a cavallo.

              Ci sarebbe tanto da dire dal punto di vista calcistico. Biancocelesti dati favoriti dai bookmaker dopo tanti anni da «underdog». Giallorossi già a rischio crisi in caso di sconfitta. I duelli Immobile-Dzeko e Milinkovic-Pellegrini. L’esperienza di Inzaghi e il debutto di Paulo Fonseca. La prima volta senza Totti e De Rossi, che a tarda sera giocherà un altro derby, quello tra Boca Juniors e River Plate.


              L’allarme sulla sicurezza, invece, domina sopra la partita. Ai «soliti» problemi di una gara che non a caso si gioca alle 18 e non alle 20.45, si aggiunge la celebrazione che gli ultrà vogliono dedicare alla memoria di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, capo degli Irriducibili laziali, ucciso il 7 agosto con un colpo di pistola alla testa nel parco degli Acquedotti, in quello che viene ritenuto dagli inquirenti un vero agguato legato alla malavita.

              Per controllare l’afflusso allo stadio i cancelli saranno aperti dalle 15.30, ma proprio a quell’ora, da ponte Milvio, dovrebbe partire il corteo biancoceleste verso lo stadio Olimpico. Il timore è che possano unirsi anche ultrà venuti dall’estero: Inghilterra, Spagna, Austria, Polonia e Bulgaria, visti i gemellaggi dei supporter della Lazio con quelli di West Ham, Wisla Cracovia, Levski Sofia, Austria Vienna e Real Madrid. Come già avvenuto a Inter-Lecce, con la curva nerazzurra legata da stretta amicizia con quella laziale, è organizzata una grande scenografia in curva Nord con l’immagine di Diabolik. Previsti anche striscioni nella curva della Roma, in ricordo del rivale scomparso.

              La curva laziale resterà in silenzio per i primi 45 minuti per protestare contro l’inasprimento delle norme dettato dal Decreto sicurezza bis. Nel corso della trasmissione radio «La voce della Nord» è arrivato anche un «messaggio» per i calciatori biancocelesti: «Indifferenza totale nei confronti dei giocatori. Useremo la stessa arma che loro hanno usato nei confronti nostri in questi giorni. Avrebbero potuto far valere il loro lato umano, non lo hanno fatto. E noi li tratteremo come tali, dei professionisti del calcio. Nulla di più». Il motivo? Le mancate condoglianze da parte di dirigenti e calciatori, anche private, alla famiglia Piscitelli. Si potrebbe arrivare a un vero divieto di esultanza sotto la curva in caso di gol o vittoria.

              C’è anche una partita, per fortuna. Inzaghi conferma la formazione che ha battuto la Samp, con un’eccezione: il rientro di Leiva al posto di Parolo. Il tecnico si è tolto una sassolino dalla scarpa verso i critici: «Si accorgono solo ora della Lazio». Fonseca si copre con Zappacosta terzino e Florenzi attaccante, portando in panchina il nuovo acquisto Smalling. Domani sarà a Roma Kalinic, che prenderà il posto di Schick, al Lipsia in prestito biennale con obbligo di riscatto legato alle presenze (5 milioni più 20). Stessa formula per Gonalons al Granada, ma a 0 più 5. Il monte ingaggi deve essere asciugato.



              CorSera
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                A me sembra importante, al di là del giusto rilievo che anche ieri sera è stato dato ai difetti da sistemare, sembra importante pero' che una squadra, che per 5 anni ha giocato in una certa maniera, alla seconda giornata riesca ad imporre un altro tipo di gioco per 60 minuti. Lo impone ad una squadra che non ha cambiato tecnico. E' un dato incoraggiante.

                Si voleva una conferma da ieri e delle conferme ci sono state, in positivo, in negativo, e allora serve anche quest'ultimo aspetto perchè ti aiuta a migliorare.

                Intanto si fanno i punti. Come spesso detto, è meglio lavorare al riparo dei punti che con niente in mano: lavori più tranquillo.
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                  Alessandro Austini @aleaus81
                  Non c è accordo tra #Roma e #Corinthians per #Vital e a questo punto scarseggia il tempo per trovarlo. Si lavora in parallelo a un piano-B ma non è escluso che il mercato in entrata si chiuda con #Kalinic
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                    Attacco al derby


                    IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Il derby all'improvviso. Il fulmine che proprio non ti aspetti a inizio campionato e a fine estate. Subito la Partita, senza aspettare nessuno. Ore 18 all'Olimpico, sapendo che nemmeno il meteo ha pazienza. Anzi, promuove il ribaltone: allerta codice giallo della protezione civile, dall'afa al temporale, come se niente fosse. Lo stadio, e a prescindere dal maltempo, mostra però la cornice che merita la sfida: almeno 50 mila spettatori. La Lazio entra in campo davanti alla Roma. La classifica è lì a rappresentare il momentaneo primato cittadino. Una giornata per il break. Il successo di Marassi contro la Sampdoria ha permesso lo scatto biancoceleste nella notte in cui ha fatto rumore la frenata giallorossa in casa contro il Genoa. È solo la partenza, ma il testa a testa sarà il leitmotiv calcistico della Capitale per l'intera stagione: Inzaghi e Fonseca presto rappresenteranno l'Italia nell'Europa League, ma il pensiero di entrambi va oltre. Guardano già alla Champions. L'unico posto a disposizione in serie A sembra essere solo il 4°. Se lo giocheranno loro fino al 24 maggio.

                    CORREZIONE ANNUNCIATA Intrigante il duello, anche tatticamente. Mirata la preparazione del match. La Lazio e la Roma sono già diverse. Perché gli allenatori cambiano subito la formazione schierata al via nel torneo. Non concedono il bis. Vogliono la perfezione per il derby e danno spazio a Leiva e Zappacosta. È il loro prologo per la favola che si apprestano a scrivere nel pomeriggio all'Olimpico. Inzaghi va sul sicuro e, per il 3-5-2, sceglie la squadra base. Sono i migliori a disposizione. Sulla traccia lavora da anni, aggiornata nel finale della scorsa stagione con l'inserimento di Correa accanto a Immobile. Più qualità, più efficacia e più spavalderia. Gli hanno permesso di vincere la Coppa Italia contro l'Atalanta. Il mercato gli ha poi portato in dote il laterale destro che, nel suo sistema di gioco, fa la differenza: Lazzari. Fonseca, invece, cerca l'equilibrio che, appena ha messo piede in serie A, è evaporato nella notte del debutto all'Olimpico. Si copre e non è nel suo stile. Perché, nel 4-2-3-1, Florenzi lascia il posto da terzino destro e si ritrova alto a sinistra nel rombo offensivo. Non è il giorno ideale per sbilanciarsi: il Genoa, nell'atteggiamento, copia i biancocelesti. E ogni ripartenza, domenica scorsa, è stata fatale. Difesa allo sbando e squadra nel suo assetto vulnerabile. Test, dunque, utile l'aggiornamento. Proprio nel derby d'andata del campionato scorso, la mossa riuscì a Di Francesco. Catena di destra con doppio esterno basso (dietro giocò Santon, attualmente panchinaro e vicino all'addio).

                    STORIA RECENTE
                    Il derby precoce, dunque, è la grande chance per la Lazio. Pronta e in condizione. Completa. E Leiva, il play di sostanza che si piazza davanti alla difesa, sembra fatto apposta per questo derby. Inzaghi lo considera il guardiaspalle di Milinkovic e Luis Alberto. Perché in attacco la Roma è già affidabile e spavalda: il totem è sempre Dzeko. Ancora non sa, però, leggere la fase difensiva: Fonseca lavora proprio per renderla squadra. Che oggi non è. Anche per il ritardo di alcuni arrivi a Trigoria: i rinforzi, per ora, sono in stand by (la maggioranza). L'attesa per il centrale da affiancare a Fazio e soprattutto in grado di prendere il posto di Manolas: da giovedì c'è Smalling, oggi riserva all'Olimpico perché ancora deve conoscere i nuovi compagni. E si aspetta sempre il sostituto di El Shaarawy, acquisto diventato fondamentale dopo l'ennesimo infortunio di Perotti. Quando si cambia, in panchina e in campo, serve la pazienza. Che spesso, non solo qui, manca ai club come ai tifosi. Florenzi davanti è la mossa più semplice: su quel lato si scatena di solito Lazzari. Prevenzione assoluta sulla sinistra, attenzione a destra, con Zappacosta più abile del capitano in marcatura. Mancini spera di avere il posto che domenica scorsa è stato di Jesus. Pure per far sentire meno solo Pau Lopez, finora l'unico nuovo nella formazione di partenza. Normale che, insomma, qualche dubbio abbia arricchito la vigilia a Trigoria e non a Formello. La virata giallorossa è lenta, quella biancoceleste già certificata.

                    IL MESSAGGERO (U. TRANI) -  Il derby all'improvviso. Il fulmine che proprio non ti aspetti a inizio campionato e a fine estate. Subito la Partita, senza aspettare nessuno. Ore 18 all' Olimpico , sapendo che nemmeno il meteo ha pazienza. Anzi, promuove il ribaltone: allerta codice giallo della prot...
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                      Stai a vedere che alla fine sto Higuain...

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                        La gente si esalta per un Sanchez che nelle ultime due stagioni ha fatto 32 presenze e 3 (tre) reti. Se Higuain fosse arrivato adesso, preso come occasione, avresti che tra Milan e Chelsea, nella sua ultima travagliata stagione, avrebbe 29 presenze e 11 reti.

                        E' uno dei più grandi attaccanti in circolazione, se funziona. Segnare ha sempre segnato. Se in una stagione da nomade ne ha fatti 11, stando in una squadra dove sente fiducia, dove si diverte, perchè non potrebbe fare meglio?

                        PS: ha segnato quanto Lukaku (32 presenze e 12 reti) l'anno scorso, cambiando 2 squadre e giocando in una disastrata (il Milan).
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                          Originariamente Scritto da marco83 Visualizza Messaggio
                          E ci sono romanisti che schifavano higuain.
                          Presente.
                          A parte che è un (gran) gol...ma uno. Resto dell'idea che l'unico posto dove può riscattarsi, è Torino. Perché ambiente che conosce, ambiente che non ha bisogno di presentazioni e complimenti e soprattutto ambiente che vuole con tutto se stesso. Fortunatamente non c'è stata mai nessuna possibilità di vederlo in giallorosso, quindi zero eventuali rimpianti, visto che non ci voleva venire. I piedi e i movimenti sono queli eh, quindi parliamo di un giocatore vero. I limiti del recente passato erano atletici e mentali...guarda caso alla Juve è tornato a sorridere. Lui voleva stare dove sta.
                          Piuttosto vedi se devono cospargersi il capo i gobbi...e non sarebbero pochi eh.

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                            Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
                            Presente.
                            A parte che è un (gran) gol...ma uno. Resto dell'idea che l'unico posto dove può riscattarsi, è Torino. Perché ambiente che conosce, ambiente che non ha bisogno di presentazioni e complimenti e soprattutto ambiente che vuole con tutto se stesso. Fortunatamente non c'è stata mai nessuna possibilità di vederlo in giallorosso, quindi zero eventuali rimpianti, visto che non ci voleva venire. I piedi e i movimenti sono queli eh, quindi parliamo di un giocatore vero. I limiti del recente passato erano atletici e mentali...guarda caso alla Juve è tornato a sorridere. Lui voleva stare dove sta.
                            Piuttosto vedi se devono cospargersi il capo i gobbi...e non sarebbero pochi eh.
                            Molto mejo kalinic good luck

                            Inviato dal mio POCOPHONE F1 utilizzando Tapatalk
                            Cura il tuo corpo come un tempio
                            Originariamente Scritto da M K K
                            Desade grazie di esistere
                            Originariamente Scritto da AK_47
                            si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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                              Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
                              Presente.
                              A parte che è un (gran) gol...ma uno. Resto dell'idea che l'unico posto dove può riscattarsi, è Torino. Perché ambiente che conosce, ambiente che non ha bisogno di presentazioni e complimenti e soprattutto ambiente che vuole con tutto se stesso. Fortunatamente non c'è stata mai nessuna possibilità di vederlo in giallorosso, quindi zero eventuali rimpianti, visto che non ci voleva venire. I piedi e i movimenti sono queli eh, quindi parliamo di un giocatore vero. I limiti del recente passato erano atletici e mentali...guarda caso alla Juve è tornato a sorridere. Lui voleva stare dove sta.
                              Piuttosto vedi se devono cospargersi il capo i gobbi...e non sarebbero pochi eh.
                              Originariamente Scritto da DR. MERDONSO Visualizza Messaggio
                              Molto mejo kalinic good luck

                              Inviato dal mio POCOPHONE F1 utilizzando Tapatalk
                              Non ha detto questo,anzi....ha espresso un pensiero che condivido in pieno. Torino è la sola città in cui può trovare le motivazioni per uscire dal tunnel in cui l'hanno cacciato.... E almeno per il momento, Sembra le abbia trovate
                              « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

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                                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                                Chiudo dicendo che de Ligt imparerà (perchè ha l'espressione sveglia, quindi sono certo che imparerà) presto che in Italia la difesa è maestra e che la maestria si guadagna sudando sul campo con indefessa applicazione, e che purtroppo per difendere come si deve non bastano i prezzi sui cartellini, i titoli sui giornali.

                                Quello che ha fatto prima, in Olanda, all'Ajax, deve prenderlo e metterlo nel cassetto dei ricordi. La sua carriera calcistica inizia adesso, lo scoprirà presto o forse lo ha già scoperto stasera.
                                Nessun reparto è fatto di più movimenti sincronizzati al secondo e al centimetro di quello difensivo, e questi movimenti vengono assimilati in mesi se non in anni.. Nella sfortuna di aver perso il miglior centrale al mondo, ci possiamo solo consolare col fatto che sia avvenuto ad inizio stagione e con un parco difensori al gran completo.
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