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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    arbitraggio ai limiti del surreale.

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      Dopo le feste le partite sono sempre un pò complicate. Riprendere dopo una lunga sosta fa perdere il ritmo.
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        Dopo le feste le partite sono sempre un pò complicate. Riprendere dopo una lunga sosta fa perdere il ritmo.
        Mazzarri non può sbagliare...(cit Sean).
        Daje.

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          Arriva la terza sconfitta in campionato per la Roma di Fonseca ad opera di un Torino che aveva a rischio la panchina di Mazzarri.

          Una sconfitta che comunque non compromette la posizione di classifica, visto che la quinta (l'Atalanta) dista 4 punti (in attesa di domani).
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
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          forse, tra mille inverni
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          C. Campo - Moriremo Lontani


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            Spero che almeno da questa prestazione petrachi capisca il poco peso che abbiamo in attacco.
            Ogni anno perdiamo la prima partita dell'anno, perché mentre il torino preparava questa partita dal 26 dicembre, i nostri postavano sui social i posti delle loro vacanze.

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              Originariamente Scritto da marco83 Visualizza Messaggio
              Spero che almeno da questa prestazione petrachi capisca il poco peso che abbiamo in attacco.
              Ogni anno perdiamo la prima partita dell'anno, perché mentre il torino preparava questa partita dal 26 dicembre, i nostri postavano sui social i posti delle loro vacanze.
              Vabbè alla fine fisicamente hai retto bene. Ritmi sempre alti, loro pure in palla. Troppi errori tra centrocampo e difesa, imho. Loro potevano fa male in tre occasioni nel primo tempo. Nonostante questo la potevi pareggiare in più di un episodio nel secondo tempo...ma se non segni co chi te la prendi. Dzeko mai servito.
              Florenzi che pareva se marcava Salah invece de Belotti. Quanto è inadeguato, cazz0. Davanti tutti anarchici.
              Vabbè.

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                Si ricomincia nel segno della Lazio, nella lotta scudetto la banda Inzaghi ci sta benissimo: battuto anche il Brescia con doppietta di Immobile e gol decisivo nel recupero. L’attaccante è già a quota 19 gol e ha trascinato la squadra alla nona vittoria consecutiva, ora a soli 3 punti da Inter e Juve.

                La risposta a Immobile l’ha data Belotti, anche e soprattutto in chiave Nazionale. L’attaccante del Toro ha fatto un brutto scherzo alla Roma di Fonseca, rimescolando le carte in zona Champions…


                Brescia-Lazio 1-2 La sorpresa della Lazio non è nella vittoria di Brescia, contro un avversario in dieci e un Balotelli in crescita più uomo squadra di tante altre volte, quanto nella sequenza di risultati che ci parlano di una squadra tostissima, determinata, conscia delle propria forza e delle proprie possibilità. Nella fila di vittorie c’è quella sulla Juventus, e l’altra sempre contro al Juventus che le ha permesso di vincere la Supercoppa contro contro la squadra italiana più forte. Insomma così come avevamo lasciato il campionato prima che si interrompesse per la lunga pausa di Natale, così lo ritroviamo. Con un Ciro Immobile scatenatissimo e ormai a quota 19 gol (in 19 giornate), magari riuscirà a sfondare i 20 in metà campionato. Decisamente l’attaccante italiano più continuo e affidabile, anche per la Nazionale.

                Nonostante la Lazio abbia messo a segno la più clamorosa serie di risultati e battuto l’avversario più tosto, non si capisce perché non possa battersi per lo scudetto. Non avrà certo la rosa e le riserve delle sue avversarie, ma a occhio di determinazione e forza ne ha oggi forse il doppio. Senza contare che il fattore sorpresa e la leggerezza sono dalla sua parte: nessuno le chiede di vincere nulla, e questa è la condizione migliore per concorrere E forse anche vincere.

                ****

                Roma-Torino 0-2
                E’ stata una giornata per attaccanti italiani. Alla doppietta di Immobile ha risposto la doppietta di Belotti per la bella e pesantissima vittoria del Torino all’Olimpico contro la Roma. La sorpresa sconvolge il quadro del campionato, stacca la Roma dalla Lazio e la rimette a tiro di Atalanta & C. La Roma aveva attraversato un buon periodo, Fonseca sembrava averla presa completamente in mano. Lo stop del campionato ha rilanciato il Toro di Mazzarri e confuso la Roma, la cui testa è stata occupata più che altro dai pensieri sul passaggio di proprietà da americano ad americano. Ovviamente il pensiero non può non andare alla Nazionale e alla coppia Immobile-Belotti per i prossimi Europei di giugno. Uno alla volta in staffetta o in coppia? Credo proprio che ne parleremo.

                SERIE A 2019-2020, GIORNATA N. 18 Risultati Brescia-Lazio 1-2, Spal-Verona 0-2, Genoa-Sassuolo 2-1, Roma-Torino 0-2, Bologna-Fiorentina 1-1, Atalanta-Parma 5-0, Juventus - Cagliari 4-0, Milan-Sampdoria 0-0, Lecce-Udinese 0-1, Napoli- Inter 1-3. *** BLOOOOG! sulla 18a giornata di campionato. Leggi anche: 1 - Juve e Inter, unite e diverse (ma non ditelo a Conte...) 2 - Più Ronaldo di Ibrahimovic 3 - L'anno della Lazio *** Brescia-Lazio 1-2 La sorpresa della Lazio non è nella vittoria di Brescia, contro un avversario in dieci e un Balotelli in crescita più uomo squadra di tante altre volte, quanto nella sequenza di risultati che ci parlano di una squadra tostissima, determinata, conscia delle propria forza e delle proprie possibilità. Nella fila di vittorie c'è quella sulla Juventus, e l'altra sempre contro al Juventus che le ha permesso di vincere la Supercoppa contro contro la squadra italiana più forte. Insomma così come avevamo lasciato il campionato prima che si interrompesse per la
                ...ma di noi
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                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Italia: Immobile e Belotti, due attaccanti per la Nazionale

                  Erano anni che non avevamo due centravanti così, abbiamo quasi dimenticato il ruolo, pensato di poterne fare a meno

                  di Mario Sconcerti

                  In un anno il campionato è molto cambiato. La scorsa stagione la Juve aveva 8 punti sul Napoli, 16 sull’Inter e 21 sulla Lazio. Oggi l’Inter è ancora insieme alla Juve e la Lazio è in scia. Perché? Cosa è cambiato? La Juve è tornata normale, non è più convinta di dover correre. Ronaldo è un grande ma non guarda la partita, guarda se stesso. L’Inter è cresciuta intorno a Lukaku e soprattutto Lautaro. È lui il giocatore dell’Inter che tutti vorrebbero, anche la Juve. La Lazio ha trovato un terreno fragile intorno a una squadra compiuta. Aveva problemi a credersi, è stata la normalità degli altri a spingerla dove poteva stare da tempo. Non importa se ieri ha giocato male a Brescia, se ha avuto fortuna. Fa parte del cammino. La Lazio segna spesso nei finali di partita e ha molti rigori a favore perché ha tanti giocatori di classe che entrano in area. Segnalo i 19 gol di Immobile. Li avessero segnati Ronaldo o Lukaku saremmo sommersi di colori. La Juve è ancora vuota a metà, ha perso per strada i giocatori in più che aveva. Nell’Inter ogni uomo è una fortezza. Credo che Sarri invidi a Conte la libertà di gestione che si è conquistato. Rivolta l’Inter come vuole, come Sarri non può rivoltare la Juve. Sarri trova Conte un tecnico dal gioco basico, elementare, ma gli invidia la forza con cui riesce a imporre la sua libertà di scelte.

                  Credo che Conte gli ricordi i suoi tempi all’Empoli, al Napoli. La stessa libertà selvaggia che vede in Gasperini a Bergamo. È il disagio esistenziale di Sarri e la piccola stanchezza che si intravede nella società. La Juve ha giocatori diversi, che valgono di per se stessi, difficile guidarli senza interessarli. E cosa può ancora interessare la Juve in Italia? Lo vedremo forse in questa ultima fase del girone. Intanto a Roma Belotti gioca una partita perfetta alla guida di un Torino che ha pochi uguali nel contro-gioco di lusso. Erano anni che non avevamo due centravanti così, abbiamo quasi dimenticato il ruolo, pensato di poterne fare a meno. Una vecchia idea di Esopo. Ma i nostri Europei o passeranno da Belotti e Immobile, o non saranno.

                  CorSera
                  ...ma di noi
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                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Juventus-Cagliari: Sarri riparte dai dubbi sul tridente e dal mistero Rabiot

                    Sarri: «Sembra a posto e sembra in crescita», ma l’introverso francese deve svoltare. E non solo lui: «Con la Lazio abbiamo sbagliato dal punto di vista mentale»

                    Da dove riparte la Juve? Non dall’addio a muso duro di Marione Mandzukic, passato in pochi mesi da totem a tabù. E nemmeno dal grande colpo Kulusevski, buono per giugno e per mettere un po’ di pepe addosso a Bernardeschi e a Costa già adesso. Ma piuttosto dalla sconfitta con la Lazio in Supercoppa, la seconda in quindici giorni contro lo stesso avversario. E dal nervosismo di fine gara, costato tre giornate di squalifica a Bentancur e due multe di cinquemila euro a Nedved e Paratici per le proteste.

                    Maurizio Sarri riparte dal Cagliari, forse senza tridente, ma ammette di aver pensato alla squadra di Maran solo da due giorni. E non certo perché l’effetto sorpresa dei sardi è un po’ svaporato con le due sconfitte prima della sosta contro Lazio e Udinese o perché al centro della difesa di Maran debutta il 19enne polacco Valukiewicz. «Ma perché prima ci siamo concentrati su di noi. Abbiamo lavorato sui tanti errori che abbiamo commesso — ha sottolineato il tecnico —. Bisogna lavorare sulla mentalità perché veniamo da una partita in cui abbiamo sbagliato più mentalmente, che tecnicamente o tatticamente».


                    Non è la prima volta che Sarri mette la sua squadra sul lettino per analizzarla. Era successo anche quando gli errori sottoporta erano diventati troppi («Il gol è un problema mentale»), senza dimenticare il riferimento esplicito «alle diverse motivazioni che ci possono essere tra campionato e Champions». Se a volte uno squadrone come quello bianconero può avere «un pizzico di presunzione» (Buffon dixit) non sembra però il caso della sconfitta araba con la Lazio. Quindi la mentalità a cui fa riferimento l’allenatore è legata all’atteggiamento di gioco, al tasso di sarrismo espresso, con tutta l’applicazione, la capacità di sacrificio e la necessità di aiutarsi l’uno con l’altro che questo comporta: se la Juve sta a metà tra il vecchio e il nuovo, ad esempio coi terzini che non spingono e non danno una mano alle mezzali (e viceversa) rischia di restare pericolosamente a metà strada. E di prendere troppi gol, perché 24 in 24 partite sono lì a dirlo. «Quando una squadra subisce qualche gol solitamente la responsabilità va sui difensori — argomenta Sarri —. Secondo me non abbiamo protetto la difesa nella maniera giusta, quindi principalmente abbiamo lavorato sui movimenti dei centrocampisti».

                    Proprio la reazione scomposta di Bentancur, espulso a Riad, costringe Sarri a insistere su Rabiot mezzala destra: «Fisicamente sembra a posto, ha fatto tre partite consecutive, sembra in crescita e lascia la sensazione di avere un potenziale superiore da quello che sta esprimendo: ha iniziato il percorso». Ci sono parecchi «sembra» nelle parole dell’allenatore per pensare a una piena fiducia nel francese, che fin qui non ha convinto, ma ha pur sempre avuto l’alibi della lunghissima inattività dovuta al braccio di ferro col Psg. Lo sfuggente Rabiot sta comunque crescendo, anche se il suo carattere molto introverso ne rallenta l’evoluzione: ha la progressione giusta per gli inserimenti in zona gol, fin qui è stato poco convinto e propositivo, ma può diventare un’arma in più. Sempre che il lavoro sulla mentalità produca i suoi effetti. Non solo su di lui.



                    CorSera
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                      Napoli-Inter, per Conte emergenza finita: in formazione rilancia Sensi, ma aspetta gli acquisti

                      «A inizio stagione era impensabile vedere gli azzurri 18 punti dietro rispetto a noi, e nessuno ci aspettava in testa. Abbiamo fatto delle valutazioni, ora spetta al club»

                      Rino Gattuso dice un’ovvietà, su cui però c’è da riflettere. «All’inizio della stagione era impensabile vedere il Napoli 18 punti dietro all’Inter». La sottolineatura di Ringhio evidenza due fattori: la crescita dei nerazzurri e l’involuzione partenopea.

                      Napoli-Inter è l’incrocio dei desideri. Gattuso vorrebbe che la sua creatura assomigliasse per tempra e mentalità a quella di Conte che, a sua volta, vorrebbe rimanere primo in classifica, pur sapendo che «ci vorrà tempo per superare chi ha guadagnato spazio nei nostri confronti», rimarca il tecnico nerazzurro alludendo alla Juventus.


                      Rischiano entrambe, il Napoli di staccarsi ancora più dalla zona Champions e l’Inter, incapace di vincere al San Paolo dal 1997 quando ancora c’era il brasiliano Ronaldo, di perdere un giro nel testa a testa d’alta quota. Conte però finora dopo le soste ha ricominciato sempre con un successo e stavolta ritrova un’altra squadra, finalmente completa (a parte D’Ambrosio) e fuori dall’emergenza. Il rientro a centrocampo di Sensi è il primo tassello. Il giocatore, a parte manciate di minuti contro Borussia Dortmund e Genoa, manca dal 6 ottobre. Un’assenza mascherata dai risultati, soprattutto in trasferta dove l’Inter ha sempre vinto con l’eccezione dell’ultima uscita di Firenze.

                      Il rientro di Sensi regala all’Inter variazioni offensive e porta in dote qualche gol. Conte riabbraccia anche Barella e Sanchez, armi giuste con cui approcciare le ultime tappe del girone d’andata e puntare al titolo d’inverno.

                      Il tecnico però aspetta i rinforzi, perché il cammino è lungo e la rosa ancora distante da quella della Juventus. «Dopo sei mesi con la società abbiamo fatto delle valutazioni. C’è un percorso da fare, ci siamo messi in cammino e ora sta a noi aumentare la corsa. Devo essere onesto nel rimarcare e dire certe cose», sottolinea l’allenatore.

                      L’ad Beppe Marotta e il ds Piero Ausilio sono al lavoro per definire i rinforzi. Arturo Vidal resta il prescelto e i discorsi sono in stato avanzato. In settimana, magari già dopo la partita di Supercoppa di Spagna di giovedì tra Barcellona e Atletico Madrid, qualcosa potrebbe muoversi. Eriksen resta l’altro obiettivo, come pure Alonso e Llorente da perfezionare più in là.

                      Per puntare davvero allo scudetto occorre ampliare e alzare la qualità della rosa, «Pochi si sarebbero aspettati l’Inter al primo posto. Si fa presto a pronunciare il verbo vincere ma dietro c’è un grandissimo sforzo. Certo, la strada è quella giusta», spiega Conte che insegue la 100ª vittoria da allenatore in serie A.

                      Un traguardo possibile se la coppia d’attacco Lukaku-Lautaro continuerà a segnare come ha fatto finora. Il centravanti belga è stato implacabile in trasferta: 8 gol in 8 gare. Più di tutto però l’Inter ha una difesa che concede pochissimo, è la migliore del campionato (14 reti subite) ma ha un neo: lontano da San Siro ha sempre preso gol, unica eccezione la partita con il Torino.

                      Vive una situazione ben diversa Gattuso, con il Napoli da ressettare e orfano in difesa di Koulibaly. «Serve la partita perfetta, ma voglio giocatori che non vadano nel panico. Vorrei riportare l’entusiasmo, ho visto il San Paolo un po’ freddo». Conte e l’Inter puntano a congelarlo.



                      CorSera
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
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                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        Alla Juve serve Paredes? Al Milan basta solo Ibra? Le domande e le risposte del mercato

                        Le compravendite di gennaio potrebbero modificare gli equilibri della corsa scudetto, definire meglio i contorni del testa a testa tra Juve e Inter, dare una dimensione esatta alle due squadre di Roma

                        Domande e risposte
                        Si gioca e si compra. Progetti tattici e tecnici che si intersecano per tutto il mese di gennaio. Il cosiddetto mercato di riparazione potrebbe modificare gli equilibri della corsa scudetto, definire meglio i contorni del testa a testa tra Juve e Inter, dare una dimensione esatta alle due squadre di Roma.

                        La Juve ha bisogno di Paredes?
                        Cominciamo col dire che sullo scambio con il Paris Saint Germain tra Paredes e Emre Can, progettato già verso la fine di dicembre, si registra una brusca frenata da tutte le parti interessate. Anche Tuchel, allenatore dei parigini, si è espresso in maniera decisa: “Paredes resta con noi”. Sono vere due cose: che le dichiarazioni, soprattutto quelle dei tecnici, in periodo di mercato lasciano il tempo che trovano e che gli stessi francesi insistono per Emre Can. Ma forse Sarri e la Juventus si sono accorti che Paredes non è l’uomo giusto. Ai bianconeri servono interni capaci di accompagnare l’azione, inserirsi negli spazi, rendere più imprevedibile il tridente delle meraviglie. Pogba sarebbe perfetto, ma il Polpo, in crisi con il Manchester United, deve operarsi alla caviglia e eventualmente se ne riparlerà per giugno. Adesso la Juve, almeno a parole, dice di accontentarsi di aver prenotato, anzi acquistato, Kulusevski per giugno. Ma avrebbe bisogno di un centrocampista di gamba e di un vice Higuain.

                        Vidal può colmare il gap tra Inter e Juventus?
                        L’interrogativo è appropriato. Con i recuperi di Sensi e Barella l’Inter ha riaggiustato il centrocampo e considerato che Borja Valero è un giocatore ritrovato, la situazione per Conte si fa molto interessante. Vidal è un campione, capace di rompere l’equilibrio di una partita con la forza e la qualità, ha l’istinto del giocatore di razza e potrebbe essere davvero la ciliegina sulla torta scudetto. Ma l’Inter deve accelerare i tempi: il cileno serve adesso perché è un rinforzo per il presente più che per il futuro. Quanto alle altre mosse nerazzurre, forse servirebbe più un’alternativa a Biraghi sulla corsia sinistra, considerando gli acciacchi di Asamoah, che un centravanti in attacco, visto che Sanchez è guarito e sulle qualità del cileno Conte è pronto a scommettere.

                        Ibra basta per far rinascere il Milan?
                        Intanto dovrebbe arrivare Todibo dal Barcellona per la difesa ma è tutto da dimostrare che sia più forte di Musacchio. Ibra è una scossa di adrenalina e promette di essere anche un trascinatore. Ma bisognerà vedere cosa riuscirà a dare a 38 anni e quanto tempo impiegherà per trovare la forma. Il Milan avrebbe bisogno di ritrovare il miglior Suso e di acquistare un centrocampista di qualità in mezzo al campo dove, per motivi diversi, né Kessie, né Paquetà convincono appieno e infatti entrambi sono sul mercato e almeno uno dei due è destinato a fare le valigie. Per la verità servirebbe anche un terzino destro: Conti non riesce a ritrovarsi e Calabria non svolta. Inoltre, Calhanoglu deve tornare a essere il giocatore devastante che avevamo ammirato al Bayer Leverkusen.



                        CorSera
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                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Alla Roma manca un vice Dzeko. Se Dzeko si appanna la squadra fa fatica a segnare.

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                          La 18esima giornata offre oggi Juve-Cagliari alle 15: si va con Dybala-Ronaldo in avanti, Demiral con Bonucci. Ramsey alle spalle delle punte.

                          Sempre alle 15 il Milan con la Samp. Se Ibra non dovesse partire titolare (forse inizia Piatek) giocherà comunque a partita in corso.

                          A sera l'Inter a Napoli. Mentre Conte ritrova Sensi, Gattuso perde Koulibaly e Mertens.

                          Vedremo a chi la Befana porterà il dolcetto e se e a chi il carbone.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
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                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
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                            Beh direi che sarà una giornata abbastanza importante,specialmente per l inter,la prima grande chiamata che ha per non staccarsi dalla testa,vediamo se e quanti punti perderà,anche perché poi c’è la prossima che è un’altra giornata di quelle che alla fine della giostra andranno quasi sicuramente a pesare con la juve in trasferta a roma e l inter a san siro con l atalanta.

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                              I punti velenosi saranno quelli persi quando non te l'aspetti. Un pareggio in casa, una sconfitta in provincia.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
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                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                                I punti velenosi saranno quelli persi quando non te l'aspetti. Un pareggio in casa, una sconfitta in provincia.
                                Si è chiaro la partita storta capita inevitabilmente ogni tanto con l avversario abbordabile e a chi capita meno poi prende vantaggio.
                                però ammesso che possano capitare più o meno ad entrambe con una percentuale un pochino maggiore per l inter tendo a guardare molto queste giornate con partite più complesse.

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