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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Il sorriso di Paolo.. !
    Originariamente Scritto da Sean
    Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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      Maldini ha eseguito un bel colpo di testa, anche se Zoet ci ha messo del suo

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        Carlo Ancelotti takes charge of his 800th game in Europe’s top five leagues [emoji2962]

        [emoji634] Reggiana
        [emoji634] Parma
        [emoji634] Juventus
        [emoji634] AC Milan
        [emoji1022]?????? Chelsea
        [emoji632] PSG
        [emoji633] Real Madrid
        [emoji629] Bayern Munich
        [emoji634] Napoli
        [emoji1022]?????? Everton
        [emoji633] Real Madrid

        What a career [emoji122]

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        Originariamente Scritto da Sean
        Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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          Originariamente Scritto da sylvester Visualizza Messaggio
          Verratti 9 milioni netti...
          Mah.
          A parte il discorso inerente agli stipendi stra gonfiati...

          dal 2012 (20 anni) titolare al PSG degli sceicchi
          Anni e anni tra i primi in europa nel bene e nel "male" dei risultati
          Campione d'Europa

          E ancora ne parliamo come di un mezzo giocatore andato a fare fortune in un abbordabile campionato francese

          Mi ricordo ancora le prime due partite dell'europeo, dove sembrava che Locatelli gli potesse rubare definitivamente il posto
          Ovviamente appena rientrato, lui titolare e l'altro a subentrare, quando necessario

          Verratti è il classico esempio di giocatore che, le big della serie A, sono riuscite a cedere all'estero senza neanche assaporarne il talento
          Originariamente Scritto da GoodBoy!
          modroc - yy

          piquet - gabbiani

          acquilani - manchini

          maybe - Vendola

          mandjukic - Sjneider

          lialicic - Kongobia

          il Mangio - Cointreau

          izco - Mihajlovich

          Bonacci - Falcata

          Cancrena - Val di fiori

          mouse - Sczesjky

          Jo Amo Mario - Ronado - Juliano

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            Vince il Milan, pareggiano Inter e Atalanta, la classifica ha un piccolo scossone e le due milanesi si separano. Il Milan vince a La Spezia per 2-1, con i gol di Maldini jr e Brahim Diaz. Dopo il vantaggio di Daniel, il pareggio dello Spezia con Verde, la rete decisiva di Diaz sul finale. Senza Ibrahimovic Pioli sta puntando sempre di più su una squadra molto giovane. Per Daniel Maldini, 20 anni, era la prima partita da titolare. Figlio di Paolo e nipote di Cesare, il ragazzo rappresenta la terza generazione di una famiglia leggendaria per il Milan e il calcio italiano. Il Milan si mantiene così nelle zone altissime della classifica staccandosi dall’Inter. Che con l’Atalanta gioca una partita spettacolare ma dopo i gol, i rigori sbagliati e i colpi di Lautaro, Malinovskyi, Dzeko, Toloi, Dimarco e Piccoli resta un 2-2 che un po’ penalizza entrambe. Ma il punto di una partita così ha sicuramente molto valore. Impressiona particolarmente il ritorno dell’Atalanta ad alti livelli, nonostante il piccolo distacco la squadra di Gasperini mette paura.

            Un piccolo scossone in classifica, Milan e Inter che si separano, anche se in virtù di due partite molto differenti. Il Milan vince fuori casa con lo Spezia avvalendosi dei gol di Maldini III (Daniel, figlio di Paolo e nipote di Cesare, una famiglia icona per la storia del Milan) alla sua prima partita da titolare e Brahim Diaz, l’ Inter pareggia con l’ Atalanta in una partita spettacolare, dove entrambe hanno avuto in mano il possibile colpo da ko. Dopo i gol di Lautaro, Malinovskyi, Dzeko e Toloi, l’ Inter sbaglia con Dimarco il rigore della vittoria – una stranezza, certo far tirare il rigore a Dimarco – mentre al Var viene annullato il gol dell’atalantino Piccoli. Il punto preso dall’ Inter e dall’ Atalanta è ovviamente penalizzante per entrambe, ma è comunque pesante perché strappato contro avversari tosti e quindi la separazione che c’è adesso tra Milan, Inter e Atalanta è più virtuale che effettiva. Impressiona particolarmente l’ Atalanta per aver ritrovato il tono, la ferocia e l’ispirazione migliore.

            SERIE A 2021 - 2022 GIORNATA N. 6 Sabato 25 settembre 2021 Spezia - Milan 1-2 (48' Maldini M, 80' Verde S, 86' Diaz M) Inter - Atalanta 2-2 (5' Lautaro Martinez I, 30' Malinovskyi A, 38' Toloi A, 71' Dzeko I) Genoa - Verona 3-3 (8' Simeone V, 49' Barak rig. V, 77' Criscito rig. G, 80' Destro G, 85' Destro G, 90'+1' Kalinic V) Domenica 26 settembre 2021 Juventus - Sampdoria 3-2*** (10' Dybala J, 43' Bonucci rig. J, 44' Yoshida S, 57' Locatelli J, 83' Candreva S) Empoli - Bologna 4-2 (1' Bonifazi aut. E, 11' Barrow B, 32' Pinamonti E, 54' Bajrami rig. 77' Arnautovic B, E, 90' Ricci E) Sassuolo - Salernitana 1-0 (54' Berardi Sas) Udinese - Fiorentina 0-1 (16' Vlahovic rig. F) Lazio - Roma 3-2 (10' Milinkovic L, 19' Pedro L, 41' Ibanez R, 69' Veretout rig R, 63' Felipe Anderson L) Napoli - Cagliari 20.45 Lunedì 27 settembre 20.45 Venezia - Torino 20.45 *** Un piccolo scossone in classifica, Milan e Inter che si separano, anche se in virtù di due partite molto differenti. Il Milan vince
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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              GIORNATA N. 6
              Domenica 26 settembre 2021

              Juventus – Sampdoria 12.30
              Empoli – Bologna 15.00
              Sassuolo – Salernitana 15.00
              Udinese – Fiorentina 15.00
              Lazio – Roma 18.00
              Napoli – Cagliari 20.45

              Lunedì 27 settembre 20.45
              Venezia – Torino 20.45
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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                Inter e Milan, Sconcerti: nerazzurri ingenui contro l’Atalanta, i rossoneri ora inseguono il Napoli


                L’Inter si è complicata la vita, di grande c’è un solo giocatore: Barella, più le due punte, Dzeko e Lautaro con un calcio offensivo da manuale. Il Milan dei giovani diventa l’inseguitore più vicino al Napoli

                di Mario Sconcerti

                Manca una visione d’insieme del campionato eternamente interrotto, si pensa con la fretta della partita, ma di cose ne stanno succedendo. L’Inter perde punti al primo scontro diretto, il Milan è avanti perché ha vinto il suo, settimane fa, contro la Lazio. L’unica indicazione certa della stagione è che nessuno è formidabile. Personalmente vedevo meglio l’Inter (QUI i pronostici), ma ha passato momenti ingenui contro l’Atalanta per complicazioni personali, non per superiorità dell’avversario. Non discuto la bellezza della partita, che è stata avvincente e antica, quasi un incontro di pugilato fra campioni a guardia bassa, discuto la vulnerabilità di entrambi. Poteva finire 5-5, questo vuol dire un errore del calcio. Che infatti c’è stato.

                Gasperini ha rovesciato l’Atalanta mettendo fuori a mezzora dalla fine l’intero suo attacco, Zapata, Malinovskyi, Pessina. Inzaghi, in forte difficoltà, ha indovinato il modo di ribaltare la partita con i suoi cambi. Ma questo non significa superiorità, solo bravura del tecnico in un momento. Le partite diventano bellissime quando gli errori rendono alterno il risultato. Di veramente grande ho visto un giocatore, Barella, di dimensioni ormai non definibili, più le due punte, Dzeko e Lautaro, calcio offensivo da manuale nell’impostazione degli arti e nella precisione. L’Inter è mancata nella lunghezza del gioco, l’Atalanta aveva sempre un uomo in più, Toloi, che permetteva di liberare chiunque ai margini dell’area interista. Gasperini avrebbe meritato di perdere per i cambi che ha fatto nel suo momento migliore.

                L’Inter poteva far tirare il rigore a uno dei suoi tanti giocatori con più esperienza, per esempio Dzeko. Le partite bellissime sono sempre piene di errori. E contentano tutti perché tutti hanno spaventato. Ma raramente soddisfano la classifica. Infatti va più avanti il Milan in fondo a una gara di piccola sintassi, resa storica dal primo gol di un nuovo Maldini, ma fragile nel primo tempo e spesso equilibrata. Il Milan dei giovani l’ha vinta trasformandosi forse nell’inseguitore più vicino del Napoli. Questo è tutto il senso della gara, senza altre domande. Non è l’anno per cercare il senso della vita. Accontentiamoci di vincere.

                CorSera
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                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

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                  Lazio-Roma, formazioni e dove vedere il derby: Sarri con tridente più Milinkovic e Luis Alberto, Mou con Mkhitaryan per Pellegrini

                  Il Comandante difende il suo lavoro e si gode la sfida, il tecnico della Roma non si dà pace per il rosso a Pellegrini

                  Lazio, la felicità di Sarri: «Questa partita era il mio sogno»

                  Il derby di Roma mette pressione, ma vuoi mettere quello del Valdarno. «Non ho mai avvertito, da nessuna parte, la tensione che ho vissuto in Sangiovannese-Montevarchi: rivalità storica, ultracentenaria, con qualche morto nel Dopoguerra».

                  Maurizio Sarri ama stupire, con le parole e con le scelte: lascia i calciatori della Lazio liberi di decidere se andare in ritiro oppure dormire a casa alla vigilia di una gara fondamentale, fissa all’improbabile orario delle otto di sera la conferenza stampa della vigilia. Si prepara così alla sfida con Mourinho, uno che – parole sue – gli sta simpatico. «Questa è una delle partite più importanti del calcio europeo, è un onore esserci, mi intriga tantissimo. Da bambino ascoltavo la radio, ancora alla tv si vedeva poco pallone, e sognavo di giocare Lazio-Roma. Perciò sono felice di stare qui».

                  La Lazio arriva al derby avendo conquistato appena due punti nelle ultime quattro partite: sconfitte con Milan e Galatasaray, pareggi con Cagliari e Torino. Sarri ascolta i primi mormorii del mondo biancoceleste ma chiede tempo, pazienza, cautela: «Questa non è la playstation, è calcio vero. Abbiamo cambiato modo di giocare e io in allenamento non vedo una squadra spenta, anzi. Poi è vero che in partita ancora non siamo così efficaci, la percentuale di passaggi riusciti è bassa: non da grande squadra».

                  C’è chi guarda alla Milano interista, a Inzaghi che, al di là del pareggio di sabato con l’Atalanta, ha già preso in mano i nerazzurri. Sarri elenca numeri che allontanano – o almeno provano a scacciare – l’ombra di Simone: «In 5 partite abbiamo fatto 8 punti, l’anno scorso la Lazio in media ne ha conquistati 8,9 ogni 5 gare. Abbiamo incassato 7 gol e nella scorsa stagione ne ha presi 7,2; ne abbiamo segnati 12 contro 8. Insomma, non stiamo andando così male». Cifre che pesano o che indicano l’intima inquietudine del Comandante nel confronto con il passato?

                  Sarri non deciderà la formazione in base alle scelte di Mourinho né all’assenza di Pellegrini: «Non guardo agli avversari, non sono un tattico: lavoro di strategia, io». Dovrebbe schierare la squadra a cinque stelle, con Milinkovic-Savic e Luis Alberto aggiunti al tridente, anche se spesso ha preferito il ruvido Akpa-Akpro a uno dei due talenti di centrocampo. E si aspetta magie da Felipe Anderson: «Ho allenato tanti grandi giocatori, ma quasi nessuno forte come lui. Deve crescere in personalità e cattiveria, allora diventerà un crac a livello internazionale».

                  Roma, il paziente Mourinho: «Non ho litigato perché non serve»

                  «Mi piacciono i derby e questo sarà un arricchimento. Però voglio che la mia squadra abbia un’ambizione maggiore di vincere un derby. Non deve essere l’unico obiettivo di stagione». Dopo le 1.000 panchine, per José Mourinho arriva il derby numero 119 in carriera tra Benfica, Porto, Chelsea, Inter, Real Madrid, Manchester United e Tottenham (81 vittorie, 19 pareggi e 19 sconfitte): «Ma queste statistiche me le fate conoscere voi». L’unica certezza è che questa volta, come gli successe all’Olimpico nella partita dell’«Oh, no!», non avrà i tifosi della Lazio dalla sua parte: «Ricordo. Ma le grandi rivalità sono così in tutto il mondo e l’Inter, in quella stagione, ne vinse anche tante altre».

                  È una stagione «di costruzione» e il copione non cambia: «È importante parlare poco e giocare tanto. L’esperienza mi dice che l’ora della verità non è qui ma sul campo. Non sono più antipatico? Datemi un motivo per litigare e lo farò». Il motivo, in realtà, non si fatica a trovarlo: l’espulsione ingiusta di Pellegrini contro l’Udinese, che priverà la Roma del suo capitano e del suo uomo più in forma (6 gol tra campionato e Conference League): «Di Pellegrini ce n’è solo uno, non volevo parlare di questo ma me lo avete chiesto. Potevo anche dire che il derby è iniziato al 90’ della partita contro l’Udinese, perché avere Pellegrini è una cosa e non averlo è un’altra... È l’unica cosa che finora mi ha dato veramente un feeling molto negativo. Però che dovevo fare?Andare a litigare con l’arbitro, farmi cacciare e non andare in panchina contro la Lazio? Ho controllato le emozioni e la frustrazione. Litigherò quando la situazione arriverà, in modo naturale. Io rispetto e loro mi rispettano: avversari, allenatori, giocatori, arbitri... Quel ragazzo giovane ha fatto una cagata ma la prossima volta farà meglio. Avrà il suo allenatore, Rocchi, lo può aiutare a migliorare».

                  Catenaccio stretto su chi sostituirà Pellegrini. Tante le possibili soluzioni, ma nessuna perfetta. La più probabile è Mkhitaryan trequartista con El Shaarawy esterno sinistro. Però non sarebbe folle vedere uno tra Cristante e Veretout in posizione più avanzata. Una rivelazione invece su Vina: «Non me lo avete chiesto, allora lo dico io: per me è sì». Una sola, infine, la strada per la vittoria: «Sarò banale: con la palla vogliamo giocare per segnare, senza palla dobbiamo rispettare la Lazio perché è una squadra di qualità, con un modo di giocare offensivo. Ho bisogno di una partita completa da parte di tutti i miei giocatori».


                  Probabili formazioni:

                  Lazio (4-3-3): Reina; Lazzari, Luiz Felipe, Acerbi, Hysaj; S. Milinkovic-Savic, Leiva, Luis Alberto; Pedro, Immobile, Felipe Anderson. All. Sarri
                  Roma (4-2-3-1): Rui Patricio; Karsdorp, Mancini, Ibanez, Vina; Veretout, Cristante; Zaniolo, Mkhitaryan, El Shaarawy; Abraham. All. Mourinho
                  Arbitro: Guida
                  Tv: ore 18, Dazn

                  CorSera
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                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Juventus-Sampdoria, formazioni e dove vederla: spazio a Perin, davanti Dybala e Morata

                    «Dobbiamo giocare senza guardare la classifica, i primi conti li faremo a novembre»

                    Un passo alla volta, con l’obbligo di vincere sempre, o quasi. Alla Juve non sono infatti concessi ulteriori passi falsi. E domenica contro la Samp insegue la seconda vittoria di fila in campionato. A dire il vero, la seconda vittoria in assoluto in un torneo iniziato nel peggiore dei modi, non solo dal punto di vista dei risultati. Ossigeno puro la rocambolesca vittoria a La Spezia, ci sono però ancora molte cose da sistemare. Per esempio la fase difensiva: i bianconeri stanno subendo almeno un gol a partita da 19 gare di A consecutive. I numeri regalano invece un sorriso a livello di confronti diretti: 4 vittorie nelle ultime 4 sfide contro i blucerchiati. «Abbiamo lasciato per strada molti punti — dice Allegri —, dobbiamo quindi fare il nostro percorso senza guardare la classifica. Ora serve continuità, alla sosta di novembre faremo i primi conti: cerchiamo di arrivare al più presto in zona Europa, poi vedremo».

                    Non ci sono dubbi che la Juve abbia in rosa tutti gli ingredienti per ritrovare velocemente posizioni più nobili, ma la partenza falsa è forse figlia anche dell’inevitabile polvere della quale lo stesso Allegri si deve liberare dopo due stagioni di totale inattività. Un minimo di rodaggio era preventivabile: riemergeranno per forza certe sensazioni di campo e le conseguenti intuizioni tattiche e psicologiche che hanno fatto grande Max. «Le critiche sono una sfida e io senza sfide mi annoio — continua Max —. Non ero più abituato e un po’ mi mancava tutto questo, mi diverte un sacco. Preferisco essere molto criticato però vincente. La compassione si ha solo per chi non vince. Io leggo tutto, e le critiche mi fanno bene: alcune sono costruttive e ci ragiono su, altre mi servono per capire che devo fare il contrario. Sono tornato per cercare di vincere il campionato e far crescere i giocatori. È una bella sfida, così come lo è cercare di arrivare ai livelli di Milan, Inter e Napoli: sono le favorite, giocano meglio, ma sono sicuro che col tempo ci arriveremo».

                    Probabili formazioni:

                    Juventus (4-4-2): Perin; Cuadrado, Bonucci, De Ligt, Alex Sandro; Bernardeschi, Bentancur, Locatelli, Chiesa; Dybala, Morata. All. Allegri
                    Sampdoria (4-4-2): Audero; Bereszynski, Yoshida, Colley, Augello; Candreva, Thorsby, Ekdal, Damsgaard; Caputo, Guagliarella. All. D’Aversa
                    Arbitro: Ayroldi
                    Tv: ore 12.30, Dazn

                    CorSera
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

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                      Campionato equilibratissimo e suscettibile di aprirsi ad un ventaglio di soluzioni. Per ora ne individuiamo 3: Inter, Milan e Napoli.
                      Last edited by Sean; 26-09-2021, 10:51:11.
                      ...ma di noi
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                      forse, tra mille inverni
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                        Buongiorno!




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                        Originariamente Scritto da Sean
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                          Originariamente Scritto da Sidius Visualizza Messaggio
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                          io però non ne parlerei come se fosse un centrocampista top mondo , eh ...
                          sarà bravo , ma è lontano anni luce dall'essere uno dei migliori in quel ruolo

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                            Zhang, un anno per trovare i soldi o vendere. L'Inter cerca nuovi soci

                            Smentite le voci di un tentativo di acquisto da parte dei sauditi i Pif. Ma il super lavoro dei manager - più 245 per cento dagli sponsor e 130 milioni dal calciomercato - non basta a garantire il futuro del club. L'Inter perde 12 milioni al mese, anche per i debiti di Suning. Per il 2020/21 annuncia un buco di bilancio simile a quello della Juventus.

                            Al quartier generale nerazzurro la voce viene bollata da molti come una bufala. Il fondo Saudita Pif sarebbe pronto a entrare con forza nel capitale dell'Inter. La voce che sta facendo sognare ai tifosi colpi di mercato da centinaia di milioni, è stata messa in circolo dagli account Twitter di giornalisti e insider arabi che si occupano di pallone e finanza. Vista da Milano, la prospettiva appare al momento più un miraggio che una concreta possibilità. Non risultano infatti contatti recenti fra la proprietà cinese dell'Inter e possibili investitori mediorientali. Ma come spesso accade, qualcosa di vero alla base delle voci c'è. Vediamo cosa.

                            Le perdite record e la ricerca di un nuovo socio

                            Suning, al di là dei proclami ufficiali, è di nuovo alla ricerca di un partner finanziario che possa contribuire a sostenere il club dal punto di vista finanziario. Che si tratti di un socio di minoranza o di un fondo di debito pronto a concedere prestiti, poco importa. Agli Zhang servono soldi in fretta. Le cessioni di Lukaku e Hakimi insieme hanno portato 185 milioni di euro in cassa, solo in piccola parte erosi da nuovi acquisti, ma sortiranno i loro effetti positivi solo sul prossimo bilancio. E a fine settembre il club nerazzurro chiuderà i conti della stagione 2020/2021 con un passivo d'esercizio molto importante, ancora da definire, ma probabilmente in linea con i 210 milioni persi dalla Juventus. Con una differenza: l'azionista della Juventus è finora stato pronto a ripianare i buchi con sostanze proprie (è di tre settimane fa l'autorizzazione a un aumento di capitale da 400 milioni), mentre quello dell'Inter da tempo ha smesso di mettere soldi e quel che serve lo cerca a caro prezzo sul mercato del credito.

                            Il grande lavoro del management interista

                            I manager dell'Inter, guidati dall'ad corporate Alessandro Antonello, hanno fatto un lavoro enorme per reperire nuovi sponsor. L'uscita dello storico partner Pirelli (12 milioni a stagione più bonus) e di Crédit Agricole (2 milioni a stagione) è stata compensata dall'ingresso di Lenovo, Socios e Zytara/ DigitalBits con una crescita complessiva di ricavi del 245 per cento. Una performance quasi incredibile in tempi di pandemia. Parallelamente il settore sport, con a capo l'ad Beppe Marotta, è riuscito a generare sul mercato dei calciatori un attivo di oltre 130 milioni: fuori Lukaku e Hakimi, dentro Correa, Dumfries e Dzeko, più una serie di operazioni minori, come la chiusura dei rapporti con Joao Mario, la cessione di Dalbert e quella di Gabigol. Anche qui: risultati economici eccezionali, che non hanno pari in nessun altro club europeo. Eppure, nonostante l'enorme sforzo dei dirigenti, anche nella stagione in corso il club continua a bruciare circa 12 milioni di cassa ogni mese.

                            Un bilancio minato dagli interessi sul debito

                            A pesare sulla gestione ordinaria, oltre al dimezzamento delle entrate da stadio dovuto alla ridotta capienza causa Covid, sono gli interessi che l'Inter deve corrispondere ai creditori. Ogni anno se ne vanno in interessi oltre 40 milioni. Il fondo statunitense Oaktree ha prestato a Suning (non all'Inter, ma alla holding che controlla il club) 275 milioni lo scorso maggio a un tasso intorno al 9 per cento. Direttamente sul club gravano due bond: uno da 300 milioni al 4,8 per cento e un secondo da 75, da onorare col 6 per cento di interessi. Entrambi sono in scadenza e andranno ricollocati sul mercato nel prossimo dicembre. Salvo miracoli, i tassi futuri saranno almeno in linea con quelli di oggi. Se a questo si aggiunge il costo degli ingaggi dei giocatori - fortemente ridotto nella scorsa sessione di mercato, ma sempre importante - si arriva a una conclusione: con l'attuale assetto debitorio l'Inter a ogni sessione di mercato dovrà vendere giocatori per far tornare i conti. Oppure dovrà puntare su un'operazione speciale che aumenti il valore del club, di modo che Suning si convinca a vendere a un prezzo gradito. E al momento ne viene in mente una sola possibile: la costruzione del nuovo stadio di San Siro.

                            Un anno per ricapitalizzare, accogliere soci o vendere


                            Secondo la stima di chi ha studiato a fondo i conti dell'Inter, con il prestito di Oaktree la proprietà cinese ha comprato un anno di tempo. Poi sarà costretta a ricapitalizzare (negli ultimi anni non lo ha mai fatto, come abbiamo visto), fare entrare nuovi soci, o vendere in toto il club a un soggetto in grado di onorare in finanziamenti in essere e al contempo garantire continuità nella gestione aziendale e nel progetto sportivo, che ha portato l'Inter a qualificarsi stabilmente in Champions nelle ultime tre stagioni e a vincere l'ultimo Scudetto. E chi ha i soldi per fare tutto questo? I fondi d'investimento. Soprattutto quelli sovrani dei Paesi della penisola araba, che non investono capitali raccolti sul mercato da investitori privati, ma direttamente i proventi delle royalties sulla vendita di petrolio e gas naturale. "Si citano gli arabi come possibili acquirenti di qualsiasi club di calcio potenzialmente in vendita più per buon senso che per un reale interesse in questa o in quella società. E lo si fa per il semplice motivo: sono pieni di soldi e possono buttarli via", spiega una fonte che ha seguito nei mesi scorsi diverse delle operazioni, concluse e non, sulla proprietà di club italiani e stranieri.

                            A Pif il calcio interessa

                            Non è un segreto: il fondo saudita Pif, che nel 2020 ha fatturato 430 miliardi, volentieri investirebbe nel calcio europeo. Prima che nel 2017 il cinese Yonghong Li divenisse presidente del Milan, dirigenti del fondo sovrano saudita furono ricevuti ad Arcore da Silvio Berlusconi per raccogliere informazioni sul club. Ed emissari del principe Mohammad bin Salman Al Sa'ud lo scorso anno tentarono di acquistare il Newcastle in Premier League, mettendo sul piatto 332 milioni, ma fermandosi di fronte alle resistenze politiche da parte del sistema calcio inglese. Un'esperienza che Pif non vorrebbe ripetere. Non subito e non in quella forma, almeno. Anziché garantirsi un positivo ritorno d'immagine con l'acquisto di un club blasonato, la fallita operazione di acquisto del Newcastle ha avuto come unico effetto che il mondo intero è tornato a parlare delle violazioni dei diritti umani da parte dello Stato arabo. Questo significa che i sauditi non tenteranno mai di acquistare l'Inter? No, ovviamente. Ma è improbabile che lo faranno nel brevissimo periodo.

                            La prospettiva del nuovo stadio

                            A questo punto, quale futuro si può immaginare per il club nerazzurro? Suning, coinvolta in Cina nel collasso del colosso Evergrande gravato da 300 miliardi di debiti, può resistere in sella all'Inter se (e solo se) troverà soldi freschi entro un anno, sotto forma di un prestito, dell'entrata di un nuovo socio nel capitale, o di un'improbabile disponibilità propria. Comprare tempo serve a Suning per arrivare alle firme del nuovo contratto per la costruzione del nuovo stadio di San Siro, in condominio col Milan: firmati tutti i contratti per il nuovo impianto, con relativo sviluppo immobiliare dell'area, l'Inter potrebbe incrementare il suo valore e gli Zhang vendendo potrebbero così rientrare almeno di una parte degli investimenti a perdere fatti finora. Dal 2016 al 2019 la famiglia di Nanchino ha infatti messo nelle casse del club circa 700 milioni, riportando l'Inter al vertice del calcio italiano. Altro scenario possibile è che Suning non riesca a ripagare il finanziamento concesso da Oaktree nei tempi pattuiti che il fondo americano - come previsto dal contratto - possa divenire proprietario del club, come successo al Milan, passato dal cinese Li al fondo Elliott per un debito non saldato. Con una perdita di 12 milioni al mese, quella di Zhang è quindi una corsa contro il tempo. La speranza dei tifosi è che riesca a trovare soldi per sostenere il progetto sportivo. E che se non ce la farà venda il club tutto intero, anziché vendere i migliori giocatori a ogni sessione di mercato.

                            Smentite le voci di un tentativo di acquisto da parte dei sauditi i Pif. Ma il super lavoro dei manager - più 245 per cento dagli sponsor e 130 milioni …
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Oggi Ital-Juve, cinque italiani in campo dal primo minuto. Ci fosse Kean al posto di Morata avremmo avuto la maggioranza dei giocatori titolari, evento che credo non capiti da secoli.

                              Perin; Cuadrado, Bonucci, De Ligt, Alex Sandro; Bernardeschi, Bentancur, Locatelli, Chiesa; Dybala, Morata.

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                                La formazione non mi dispiace. Vorrei uno squillo da Dybala.
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                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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