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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da topscorer Visualizza Messaggio
    Gli africani poi spesso hanno il problema del carattere e della testa, iniziano a fare milioni as avere fike che sbucano da tutte le parti e sbroccano buttando alle ortiche il talento e parte della carriera.

    si...e i sudamericani sono ragazzetti a posto invece
    ripeto.....questi son0 francesi a tutti gli effetti.........cresciuti nelle periferie francesi e cresciuti in scuole calcio francesi.
    di africano (o caraibico....basta guardare le carte di identità) hanno solo i fisici
    kante, mbappe, pogba, varane, tolisso, coman........

    Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
    mi ricorda qualcosa..


    ma è vero....
    Originariamente Scritto da SPANATEMELA
    parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
    Originariamente Scritto da GoodBoy!
    ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


    grazie.




    PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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      Originariamente Scritto da INFILATEMELO Visualizza Messaggio

      ma è vero....
      Lo so che e' vero, intendevo proprio che mi ricordava qualcosa

      B & B with a little weed










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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        Però i soldi li mettono loro.

        E' un probabile gioco a scatole cinesi che i fondi fanno, perchè per qualche motivo non vogliono detenere (almeno sui documenti ufficiali) la maggioranza, avendola però di fatto.
        Ma il fondo puo' benissimo usare i soldi del vero padrone.

        Inviato dal mio SM-A202F utilizzando Tapatalk
        I SUOI goals:
        -Serie A: 189
        -Serie B: 6
        -Super League: 5
        -Coppa Italia: 13
        -Chinese FA Cup: 1
        -Coppa UEFA: 5
        -Champions League: 13
        -Nazionale Under 21: 19
        -Nazionale: 19
        TOTALE: 270

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          Tutto un mistero da quando Silvio ha ceduto il Milan...
          Parte tutto da lì.
          Da lì si dovrebbe cominciare a far luce nel rispetto dei tifosi.

          Speriamo di aver presto una società solida, trasparente e alla luce del sole.









          "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
          Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
          vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

          (L. Pirandello)

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            Covid, calcio e debiti: il taglio degli stipendi dei calciatori è un obbligo

            Le casse dei club sono vuote, la crisi economica resa più grave dalla pandemia: gli stipendi hanno sfondato la cifra di 1,3 miliardi. La speranza nell'ingresso dei fondi

            Di tempo ce n’è sempre meno. L’ultimo allarme l’ha lanciato l’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta: «Il calcio rischia il default, abbiamo bisogno di aiuto». Richiesta caduta nel vuoto, inascoltata come quella di un equipaggio disperso in mare mentre la nave affonda.

            Il calcio affoga nei suoi debiti, nessuno lo soccorre. La serie A è un iceberg in viaggio verso l’equatore, galleggia precario e sotto si scioglie tutto. Le casse e gli stadi sono vuoti, i conti dei club disastrati, la bancarotta un incubo reale. Nell’ultima stagione le perdite aggregate delle 20 società sono state di 770 milioni, uno sprofondo rosso impossibile da gestire e fronteggiare in piena emergenza Covid, il nemico invisibile che sta facendo crollare il gigantesco castello di carte. Il calcio non è mai stato oculato, negli ultimi vent’anni ha chiuso in attivo una sola volta: nel 2016-’17 con appena 3 milioni. Nel ventennio dal 2000 al 2020 le perdite totali sono state circa 5 miliardi. Cattive gestioni o spericolati maghi della finanza, a seconda della prospettiva da cui si guarda, si è andati avanti ballando sul Titanic, spendendo e spandendo, salvando i conti grazie a plusvalenze e vendite non proprio cristalline.

            Ora però c’è una linea limite invalicabile, entro il 1° dicembre vanno saldati circa 300 milioni di stipendi che in serie A hanno sfondato la cifra astronomica di 1,3 miliardi l’anno. I club non ce la fanno più, l’ingaggio medio netto è di circa 1,2 milioni, con una forbice larga tra i 31 milioni di Cristiano Ronaldo e i 40 mila euro di Martin Palumbo, 18enne centrocampista napoletano-norvegese dell’Udinese. Il costo del lavoro è un macigno, i club litigano da mesi con i giocatori per ridurre gli stipendi. Il Governo tace.

            Nelle settimane scorse il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, ha scritto a Uefa, Fifa, Eca e alle principali federazioni europee cercando un accordo per una riduzione degli stipendi. Gli è stato risposto che occorre una decisione collettiva presa dalla Uefa. Semmai arriverà non basterà, i contratti sono individuali, non esiste un organismo capace di regolarli tutti. Gravina però ha imboccato la strada giusta chiedendo l’introduzione di una sorta di salary cap per non far saltare il banco. Il presidente della Lega serie A, Paolo Dal Pino, tempo fa disse: «Il valore del giocatore si deve assestare su scala internazionale. Sarebbe controproducente se in Italia facessimo i virtuosi e negli altri Paesi no: verrebbe depauperato il patrimonio. Ha fatto bene Gravina a scrivere all’Uefa per un allineamento a livello europeo sui salari».

            I giocatori non vogliono essere gli unici a far sacrifici. Leonardo Bonucci, difensore della Juventus e deciso a entrare nel consiglio dell’Aic, ha sottolineato: «La riduzione degli ingaggi? Alla Juve lo abbiamo fatto, ma il calcio non si salva solo chiedendo ai giocatori di ridursi l’ingaggio».

            Umberto Calcagno, presidente dell’associazione calciatori, chiede una riflessione. «I giocatori sono pronti a offrire il loro contributo. Ma da quali fattori è stata determinata la crisi dei club? Solo dal Covid o da una visione parziale degli ultimi dieci anni delle società? Il calcio italiano si è fatto trovare impreparato su stadi, patrimonializzazione, dipendenza dai diritti tv. A livello comunicativo è facile inviare il messaggio che i costi da tagliare sono gli stipendi dei giocatori, ma il 50 per cento dei professionisti guadagna meno di 50 mila euro lordi. È difficile trovare un accordo che vada bene per tutti. Dobbiamo avere aiuti dal Governo».


            Gli aiuti sono di là da venire. Nonostante, ricorda Calcio & Finanza, negli ultimi 11 anni la contribuzione del calcio professionistico italiano sia stata di 11,4 miliardi. Nello stesso periodo, i contributi erogati dal Coni alla Figc si sono fermati a 749 milioni: per un euro investito dal Governo nel calcio, lo Stato ha ottenuto un ritorno fiscale e previdenziale pari a 15,2 euro.

            Dal Pino ha richiesto all’Esecutivo del premier Conte una mano, finora negata. «Ho scritto al Governo più volte, non ho mai ricevuto risposte. Abbiamo sollecitato come per gli altri settori misure di ristoro. All’estero Boris Johnson è attento alle vicende della Premier League, la Merkel alla Bundesliga».

            I club pagano i loro errori e la cattiva fama, ma le difficoltà odierne sono reali. Nella stagione 2018-19, l’ultima senza coronavirus, negli stadi italiani entrarono 9,6 milioni di spettatori, in quella passata 6,8, in questa appena 42 mila e tutti non paganti. I mancati introiti da botteghino saranno a fine stagione di oltre 300 milioni, cui va sommata una riduzione del 40% degli sponsor e un azzeramento pressoché totale del merchandising: con i negozi e gli stadi chiusi vendere magliette e gadget è impossibile.

            In più c’è la battaglia con le televisioni, sorgente di vita per il calcio. Incidono sui conti dei club per oltre il 40%. I broadcaster versano circa 1,3 miliardi di euro l’anno, manca però l’ultima rata da 230 milioni della passata stagione. La Lega ha portato in tribunale Sky, Dazn e Igm, ha avuto ragione, deve però ancora vedere i soldi. All’estero non va meglio, in Francia, Ligue 1 è in lite con Mediapro. Il numero uno della Liga, Javier Tebas, ha sottolineato che «il calcio spagnolo avrebbe bisogno di 490 milioni per chiudere la stagione». E secondo l’Eca, i club europei dovranno fronteggiare in due anni mancati introiti per circa 6 miliardi.


            La Lega serie A sta tentando di costruirsi un’ancora di salvataggio aprendo ai fondi e creando una media company (MediaCo) per vendere i diritti-tv. Dal Pino ha presentato ai presidenti la proposta di Cvc-Advent-Fsi. Per entrare con la quota del 10% in MediaCo, i fondi hanno alzato l’offerta a 1 miliardo e 650 milioni. Giovedì a Roma si voterà. Le perplessità di Lazio e Atalanta non preoccupano Dal Pino: «Il frutto è maturo». Difficile basti a sfamare il calcio italiano, strozzato dai debiti.

            CorSera
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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              CorSera
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                Gazzetta
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                    Unica cosa buona di sta pandemia ê che forse il carrozzone calcio va a gambe all'aria

                    Inviato dal mio Mi 9T Pro utilizzando Tapatalk
                    Originariamente Scritto da claudio96

                    sigpic
                    più o meno il triplo

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                      Che stipendi che tira fuori la Juve...
                      Originariamente Scritto da Marco pl
                      i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                      Originariamente Scritto da master wallace
                      IO? Mai masturbato.
                      Originariamente Scritto da master wallace
                      Io sono drogato..

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                        Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
                        Che stipendi che tira fuori la Juve...
                        Non facciamoci impressionare dai numeroni, perchè se vai a vedere c'è solo Ronaldo che riempie il piatto. L'Inter dà 7 milioni a testa ad Eriksen e Sanchez, due riserve: sono 14 milioni da far dormire in panchina. 12 milioni a Conte, che non mi risulta faccia goal: questo con un bilancio inferiore alla Juventus (e un passivo superiore), e questo per non vincere (finora) nemmeno una coppa Italia.

                        I soldi vanno dati ai giocatori giusti. Non sono i 31 milioni per Ronaldo il problema, ma i 7 a Rabiot (che comunque pare in crescita) ed i 7 a Ramsey, che è sempre rotto.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
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                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          L errore su eriksen imho è stato spendere 27,5 milioni di cartellino, quando la settimana dopo lo prendevi gratis

                          Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk

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                            Per l'Inter positivo Kolarov.

                            Per il Milan, anche il secondo di Pioli ha il virus, dunque a Napoli non si sa chi andrà in panchina.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Basta Ibra come allenatore in campo

                              Inviato dal mio Redmi Note 8T utilizzando Tapatalk

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                                Giusto

                                Tra l'altro il Napoli non avrà Osimehn, una perdita pesante.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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