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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
    Un'altra? Ma nemmeno per le qualificazioni alle olimpiadi si fanno tutte queste gare.
    Contro il Rio Ave...squadra portoghese che ha battuto il Besiktas.
    I SUOI goals:
    -Serie A: 189
    -Serie B: 6
    -Super League: 5
    -Coppa Italia: 13
    -Chinese FA Cup: 1
    -Coppa UEFA: 5
    -Champions League: 13
    -Nazionale Under 21: 19
    -Nazionale: 19
    TOTALE: 270

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      Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
      Contro il Rio Ave...squadra portoghese che ha battuto il Besiktas.

      Quando?
      Non ricordo...









      "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
      Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
      vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

      (L. Pirandello)

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        Originariamente Scritto da sylvester Visualizza Messaggio
        Quando?
        Non ricordo...
        Credo proprio giovedi'...
        I SUOI goals:
        -Serie A: 189
        -Serie B: 6
        -Super League: 5
        -Coppa Italia: 13
        -Chinese FA Cup: 1
        -Coppa UEFA: 5
        -Champions League: 13
        -Nazionale Under 21: 19
        -Nazionale: 19
        TOTALE: 270

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          Tremendo...quindi di nuovo senza Ibra?









          "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
          Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
          vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

          (L. Pirandello)

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            Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza Messaggio
            Steel prepara il pallottoliere che tra un po' la Juve la sbattono a giocare col Palermo
            Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk

            Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
            Sebix e' attivo solo nel periodo dei bilanci e quando c'e' qualcosa da dire contro la Juve.
            ahaha il periodo dei bilanci...tipo il periodo della vendemmia
            Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
            O dopo la finale di Europa League

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              Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
              Sebix e' attivo solo nel periodo dei bilanci e quando c'e' qualcosa da dire contro la Juve.
              Finalmente è stata svelata la sua identità
              È fabrizio corona

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                Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza Messaggio
                Finalmente è stata svelata la sua identità
                È fabrizio corona
                domani sarà il primo a commentare appena pubblicano qualcosa sul caso-SUAREZ...."LA JUVE E' DIETRO TUTTO,PESANTE PENALIZZAZIONE E IN B."
                (ride)

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                  Domani già si rigioca. Per lunedì di questa barzelletta dell'esame di Suarez non ne parlerà più nessuno, con forse qualche trafiletto che ancora insisterà in ventesima pagina, accanto agli oroscopi e ai necrologi.
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Ibra positivo, il Milan ora ha paura Pioli: «Ci sarà da stringere i denti»

                    Senza il centravanti arriva una sofferta vittoria sul Bodo Glimt in Europa League. Zlatan minaccia il coronavirus: «Ha avuto il coraggio di sfidarmi, pessima idea»

                    Il Diavolo ha paura. Una maledettissima, umanissima paura. Che dopo ieri notte, dopo la vittoria sul Bodo Glimt, troppo sofferta, troppo ansiosa, senza fiato, non è affatto passata. Anzi. La domanda che gira nella testa di tutti resta lì dov’è: c’è un Milan senza Zlatan Ibrahimovic? Vincere va sempre bene, è in fondo l’unico segnale che conta, la missione di raggiungere lo spareggio per l’Europa League è stata compiuta, ma quanto visto lascia parecchi interrogativi. E il fatto che a soffrire sia stata tutta la squadra, dalla difesa all’attacco, è la prova di come il timore collettivo fosse e sia fondato: è la presenza stessa di Ibra a cambiare il Milan, a fare il Milan. Senza di lui, è come se una strana paura prendesse tutti allo stomaco. Esattamente come avveniva prima di gennaio. Il vuoto lasciato sarà complicato da riempire. Specie quando il livello degli avversari si alzerà. A partire già dal Crotone domenica e dai portoghesi del Rio Ave giovedì prossimo. «Lo abbiamo saputo in tarda mattinata, l’abbiamo sostituito con un giocatore diverso, alla fine siamo stati bravi a stringere i denti» ha raccontato Stefano Pioli. Ci sarà da stringerli ancora.


                    Al gol pensa il 18enne Colombo

                    Un segnale positivo, oltre alla vittoria, è rappresentato dal buonissimo debutto di Lorenzo Colombo, il diciottenne di Vimercate arrivato nel Milan da bambino e mai andato via, l’unico sostituto di ruolo del vecchio campione. Quando lui nasceva, Ibra era già passato dal Malmoe all’Ajax. Diverse le movenze, diverse le caratteristiche tecniche, diverso tutto. Ma il ragazzino ha fatto esattamente quello che gli aveva chiesto Pioli prima di mandarlo in campo. Chi gli è stato vicino nel pomeriggio, quando già sapeva che avrebbe giocato al posto di Zlatan, dice fosse teso il giusto, non di più. Una freddezza che ha dimostrato sul campo, sul gol e non solo. A fine partita però era chiaramente commosso: «Segnare a San Siro è un’emozione unica, l’ho sempre sognato. Ho lavorato tanto per questo, ma so di non aver fatto ancora niente. Sono al Milan fin da piccolo, ci voglio restare a lungo».


                    Zlatan sfida il coronavirus

                    Dal suo attico vista Porta Nuova, «Dio» avrà sorriso e applaudito, per poi soffrire dannatamente insieme a tutti i milanisti davanti alla tivù. «Dio» è come ama quotidianamente definirsi Zlatan, un post sì e l’altro anche. Rabbia, orgoglio e autostima, questo è Ibra, che sa quel che dice, quando dirlo e come dirlo. Infatti, un paio d’ore dopo l’annuncio che ha messo i brividi ai milanisti, via twitter Zlatan ha fatto lo Zlatan, minacciando il virus alla sua maniera: «Il Covid ha avuto il coraggio di sfidarmi. Pessima idea». Uno slogan che vale un gol. Il problema però sono proprio i gol, quelli veri. Chi li segnerà adesso, è la domanda che i milanisti si pongono in queste ore. Bene Colombo, bene la vittoria, ma la paura che senza il suo leader il Milan non sia più lo stesso c’era. E c’e ancora.

                    Dal mercato niente rimpiazzi

                    Dal mercato sarebbe forse servito un centravanti di scorta, in molti lo pensavano da ben prima della positività, ma il d.t. Maldini è stato chiarissimo: «Ibra sta bene, è asintomatico, entro sette giorni sarà disponibile, sul mercato abbiamo idee chiare. Abbiamo problemi in due settori, fra i centrali difensivi e davanti». I sette giorni ovviamente sono un modo di dire, ma la sostanza è chiara: non arriverà nessun attaccante. Toccherà quindi a Colombo e agli altri provare a dimostrare d’avere appreso almeno un po’ delle lezioni del loro maestro: il salto di qualità lo devono fare loro. Ci riusciranno? Essendo Ibra un appassionato di pesca, viene buona la storia del bravo pescatore che non ti regala i pesci ma ti insegna a pescare. Vedremo.


                    Obiettivo derby

                    Lui intanto è a casa, isolato nel suo attico che domina la città. «Ero risultato negativo al Covid ieri, ma positivo oggi, non ho sintomi» ha raccontato ai suoi amati follower. Nella sua testa ci sono una data e un appuntamento: 17 ottobre, derby. Serve una corsa contro il tempo, certo, ma se c’è uno che può farcela, quello è proprio Zlatan Ibrahimovic.


                    CorSera
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                      Milan, quando torna Ibra? Ci sarà per il derby. Maldini: «Bastano 7 giorni»

                      Nella peggiore delle ipotesi il giocatore tornerebbe a disposizione per il derby con l’Inter in programma il 17 ottobre prossimo. Maldini più ottimista: «Disponibile tra 7 giorni»

                      Mercoledì sera un dirigente sospirava: «Che sfortuna avere un positivo proprio nel reparto in cui siamo già in sofferenza a causa degli infortuni. Ma se fosse capitato a un titolarissimo sarebbe stato molto peggio». Ecco, appunto, quando la realtà supera l’immaginazione.



                      Dopo Duarte, positivo Ibra

                      Il Milan si è ritrovato ad affrontare il primo snodo cruciale della sua stagione senza Zlatan Ibrahimovic, risultato positivo ieri mattina al tampone dopo che, nel test effettuato nei giorni precedenti, era negativo. La sessione ravvicinata di accertamenti si era resa necessaria dopo che mercoledì la società aveva ufficializzato l’avvenuto contagio di Duarte. Ieri mattina, attorno alle 11, quando dal laboratorio deputato a processare i tamponi arrivavano i primi esiti, la doccia gelata: Ibra, l’uomo che ha saputo rivitalizzare il Milan vestendo i panni del centravanti ma anche dello psicologo e motivatore, è risultato positivo. Il comunicato del Milan è arrivato attorno alle 15, quando lo staff sanitario del club ha avuto il quadro completo della salute di tutta la squadra.



                      Lo svedese asintomatico in isolamento

                      Asintomatico (così lui ha rassicurato i followers-discepoli sui social), si è rifugiato nel suo appartamento in zona Porta Nuova per affrontare l’isolamento. Il buonumore o l’autostima non lo hanno abbandonato. «Gli avevo mandato un “in bocca al lupo” e lui mi ha risposto con una foto ironica che ritrae un frigo pieno di bottiglie Corona» ha raccontato Adriano Galliani.


                      Gli altri rossoneri a casa

                      Ora i rossoneri, che nel post Covid e con il loro totem svedese hanno totalizzato con l’Atalanta più punti di tutti, dovranno fare a meno di lui. Cosa succederà? L’Ats di Varese invece di provvedere alla quarantena di tutto il gruppo-squadra in ritiro a Milanello ha permesso al club di consentire ai calciatori che si allenano e giocano le partite di tornare a casa la sera, con la raccomandazione ovviamente di rispettare l’isolamento e di non concedersi sortite nei locali. L’Ats ha ritenuto infatti che il centro sportivo, pur ampio e ospitale, non sia in grado di accogliere e fornire stanze singole a un gruppo di cinquanta persone.


                      Tamponi ogni due giorni

                      È ovvio che, in questa situazione, con due positivi e altri due giocatori tornati di recente ad allenarsi dopo un lungo periodo di clausura (Tonali e Leao), il club sottoporrà la squadra a tamponi ogni due giorni, non più ogni quattro.


                      Rientro al derby?

                      Ibrahimovic, secondo il protocollo, dovrebbe restare in isolamento per quattordici giorni. Nella peggiore delle ipotesi il giocatore tornerebbe a disposizione per la super-sfida con l’Inter in programma il 17 ottobre prossimo, dopo la sosta. Il Milan però spera e crede di poter contare quanto prima sullo svedese. «Fra sette giorni sarà disponibile» ha dichiarato ottimisticamente Paolo Maldini. La volontà del club è di sottoporre il giocatore a test quotidiani con la speranza di ottenere due tamponi negativi nel minor tempo possibile e accelerare il suo ritorno alle dipendenze di Pioli. In quel caso servirebbe comunque l’ok dell’Ats.



                      CorSera
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        Inter, Skriniar verso l’addio. Roma: Fonseca in bilico, c’è Rangnick. La Juve torna su Chiesa

                        I nerazzurri continuano a trattare con il Tottenham per il difensore, l’alternativa per Conte è Smalling. I giallorossi possono cambiare allenatore. La Juve non molla Chiesa ed è vicina a Emerson Palmieri


                        Inter: Skriniar verso il Tottenham, Smalling l’alternativa

                        La trattativa per il trasferimento di Skriniar dall’Inter al Tottenham va avanti a ritmo serrato. Gli emissari del club londinese sono ancora a Milano. La distanza tra richiesta e offerta sembra abissale (60 milioni contro 30), ma le parti si stanno pian piano avvicinando. Gli inglesi potrebbero dirottare sul difensore slovacco quanto incassato dalla cessione di alcuni giocatori in esubero, come il terzino Rose (difficile che venga accettato come parziale contropartita in questo affare); i nerazzurri sono disponibili ad abbassare sensibilmente le pretese a patto che il trasferimento sia a titolo definitivo. Se Skriniar dovesse partire, sarebbe complicato l’acquisto di Milenkovic dalla Fiorentina: troppo costoso, i viola chiedono 40 milioni. Il favorito sarebbe Smalling (con lo United si può chiudere a 15 milioni) oppure Rudiger (che Conte ha voluto al Chelsea).Candreva ha firmato per 4 anni con la la Samp, che sta per prendere anche Keita dal Monaco. Ora l’Inter prenderà Darmian. In partenza pure Ranocchia (Genoa, si sta convincendo) e Vecino (Napoli).



                        Roma: Fonseca in bilico, si pensa a Rangnick

                        La Roma di Friedkin potrebbe cambiare allenatore dopo appena due giornate di campionato. Fonseca è in bilico, il nuovo proprietario vuole dare un segnale di svolta e domenica c’è la sfida con la Juve: per il portoghese l’avversario meno indicato per salvare la panchina. L’eventuale sostituto? Il nome più probabile è quello di Rangnick, per mesi vicino al Milan: avrebbe il ruolo di tecnico e dirigente, ha anche già incontrato Friedkin, viene ritenuto l’ideale perché abile a scovare e valorizzare talenti (e quindi a garantire plusvalenze). Più complessa l’operazione Sarri, legato alla Juve da un contratto valido ancora due anni da 6 milioni netti a stagione: sarebbe necessaria una buonuscita molto consistente del club bianconero per spingerlo alla Roma. Quasi impercorribile la strada che porta ad Allegri. Capitolo giocatori: il difensore dovrebbe essere Marcao del Galatasaray, preferito a Todibo del Barcellona, mentre come centravanti di scorta dal Real potrebbe arrivare Borja Mayoral, già cercato dalla Lazio.



                        Juve: Chiesa prima scelta, Palmieri vicino

                        La Juve e Chiesa continuano a cercarsi e stavolta potrebbero incontrarsi, celebrando in ritardo il matrimonio fatto saltare un anno fa da Commisso. Appena arrivato a Firenze, il presidente non voleva cedere il gioiello di casa ma ora ha cambiato opinione, anche perché il contratto di Federico è in scadenza nel 2022 e al momento non ci sono i presupposti per un rinnovo. La vecchia valutazione – 70 milioni – non è più attuale, anche se la richiesta di partenza continua a essere decisamente superiore ai 50 milioni; la sensazione è che un accordo si possa trovare con una formula che prevede un pagamento dilazionato. Perché la Juve provi a stringere per Chiesa – al momento sono in corso contatti indiretti – è però necessario che parta Douglas Costa, perplesso sulla destinazione Wolverhampton ma nel mirino di altri club di Premier. La Juve sta anche cercando di rafforzare la fascia sinistra, l’obiettivo è lo stesso dell’Inter: Emerson Palmieri. Al momento i bianconeri sembrano essere in vantaggio nella trattativa con il Chelsea.



                        CorSera
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Godin al Cagliari, Candreva alla Sampdoria: l'Inter inizia a sfoltire

                          I nerazzurri sperano di piazzare anche Vecino e Dalbert nelle prossime ore. Il PSG tratta Bakayoko con il Chelsea, tanti gli esuberi anche in Italia: da Rugani a Younes, saranno forse decisive le ultime giornate. Il Sassuolo tratta con il Fulham la cessione di Marlon, l'Udinese prova a riportare in Friuli Pereyra, il Bologna ufficializza l'arrivo di Hickey

                          Dopo tanti acquisti, l'Inter comincia ufficialmente a sfoltire. Non è ancora giunta l'ora di Matias Vecino, ma è arrivata l'ufficialità degli addii di Diego Godin e di Antonio Candreva. Il difensore uruguaiano, come si ventilava già da diverse settimane, è un nuovo difensore del Cagliari: l'ex colonna dell'Atletico Madrid ha siglato un contratto con la società isolana fino al 2023. Godin si metterà subito agli ordini di Eusebio Di Francesco, che spera in altri rinforzi da qui alla fine del mercato. Saluta Milano anche Antonio Candreva: l'accelerazione degli ultimi giorni ha dato i suoi frutti e l'esterno romano è la nuova ala della Sampdoria. Ranieri potrebbe averlo a disposizione già contro il Benevento, l'Inter ha incassato circa 2,5 milioni di euro. "Orgoglioso di aver dato tutto con la maglia nerazzurra", ha scritto Candreva su Instagram ai suoi ormai ex tifosi interisti: è il secondo ex laziale che in pochi giorni si accasa a Genova dopo Keita.


                          Il PSG su Bakayoko

                          L'arrivo di Tonali al Milan ha bloccato il possibile ritorno in rossonero e allora Tiemoue Bakayoko potrebbe restare in Francia, passando però dal Monaco (dove era in prestito) al Paris Saint-Germain. I campioni transalpini devono trattare con il Chelsea, che detiene il cartellino del calciatore e che non vorrebbe un ulteriore prestito dopo le esperienze al Milan e nel club monegasco. Il Borussia Dortmund insiste sulla linea verde: preso dal Manchester City il sedicenne Jamie Bynoe-Gittens. Santiago Arias, terzino che nelle ultime ore era stato accostato anche alla Roma, si è accasato al Bayer Leverkusen. Resta invece sospesa la posizione di David Alaba, difensore del Bayern Monaco il cui contratto scade tra un anno: il calciatore non vuole rinnovare ma i bavaresi chiedono 60 milioni di euro, cifra che ha spaventato i possibili acquirenti.


                          La folla di esuberi

                          Sono tanti i giocatori che potrebbero essere piazzati solamente nelle ultime ore di mercato: si tratta di elementi che specialmente le grandi squadre ritengono ormai di troppo. Il discorso non riguarda solo Arkadiusz Milik, divenuto improvvisamente ingombrante per il Napoli, ma anche tanti profili minori: il già citato Vecino è uno degli esuberi interisti, così come Dalbert, rientrato dopo l'esperienza con la Fiorentina. Ancora da decidere anche il futuro di Andrea Ranocchia, che piace al Genoa. Il Napoli, oltre a Milik, deve piazzare anche Younes, in un reparto offensivo che vede anche l'irrisolta figura di Llorente. La Juventus valuta offerte per Rugani ma non intende svenderlo, la Roma pensava di aver ceduto Perotti al Fenerbahçe ma la trattativa si è bloccata di colpo. Anche la Lazio ha i suoi problemi: Bastos pare in uscita da settimane ma la telenovela con l'Al Shabab non si è ancora conclusa, Wallace è rientrato alla base in estate e deve essere piazzato. C'è poi chi, come Fiorentina e Sassuolo, deve invece capire se arriveranno offerte di un certo livello per i big, da Milenkovic a Boga passando per Locatelli. Altro che esuberi, merce pregiata in un mercato che però, almeno internamente, non sembra particolarmente propenso alle grandi spese. I neroverdi stanno invece per piazzare il difensore Marlon al Fulham.


                          Il mercato delle altre

                          Lo Spezia continua a macinare ufficialità: è la volta del difensore Chabot, prelevato dalla Sampdoria. L'Hellas Verona si accinge a riaccogliere Eddie Salcedo dall'Inter: era una delle richieste di Ivan Juric, che lo aveva lanciato in pianta stabile lo scorso anno prima di un lungo stop per infortunio. Il Torino sta trattando con lo Sporting Lisbona per la cessione di Lyanco e attende offerte per Izzo, che non sembra rientrare nei piani tattici di Giampaolo, tecnico che utilizza la difesa a 4, mentre il difensore predilige giocare a 3. La Sampdoria ha chiuso l'affare per il difensore classe 2002 Hermansen, che andrà a rinforzare la Primavera. Il Bologna ha finalmente dato l'ufficialità dell'arrivo dell'interessantissimo esterno di fascia Hickey, acquistato dagli Hearts. L'Udinese potrebbe riportare in Friuli Roberto Pereyra, che ha già indossato la maglia bianconera e che arriverebbe dall'altro club di casa Pozzo, il Watford.

                          I nerazzurri sperano di piazzare anche Vecino e Dalbert nelle prossime ore. Il PSG tratta Bakayoko con il Chelsea, tanti gli esuberi anche in Italia: da Rugani…
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Lazio, il mercato che non convince e Inzaghi che non rinnova: la stagione parte tra le polemiche

                            Il ritorno in Champions sembrava presagire una campagna acquisti scoppiettante. Dopo il no di David Silva, nessun volto nuovo (Reina, Escalante, Akpa Akpro, Muriqi e Fares) sembra scaldare la tifoseria. Il tecnico inizia l'annata in scadenza

                            Tanto per cambiare, la stagione della Lazio - sabato il debutto in campionato, alle 18 a Cagliari - parte tra le polemiche. Perché la qualificazione in Champions League, arrivata dopo 13 anni sofferti, aveva illuso la tifoseria: ci si aspettava un mercato di alto livello, con una strategia più aggressiva delle scorse stagioni, tanto più che era stato trattato David Silva e Kumbulla sembrava a un passo. Invece i due obiettivi sono sfumati per motivi diversi - lo spagnolo ha scelto di tornare nella Liga, il Verona ha preferito l'offerta più alta della Roma per l'albanese - e i sostenitori biancocelesti confidavano in altri acquisti dello stesso spessore. Adesso che siamo a poche ore dall'esordio di Cagliari, il mercato della Lazio è fermo a 5 nuovi giocatori: Reina ed Escalante, arrivati a costo zero, il mediano Akpa Akpro "salito" dalla Salernitana (l'altro club di Lotito), Muriqi e Fares (peraltro non ancora ufficializzato), pagati 19 milioni il primo e 9 il secondo, in tutto esattamente i 28 milioni garantiti dalla sola qualificazione ai gironi della Champions. È fatta anche per Wesley Hoedt, difensore ceduto nel 2017 al Southampton per 17 milioni e ripreso adesso in prestito, su richiesta di Inzaghi che però sperava in ben altri rinforzi.


                            Inzaghi in scadenza

                            Non a caso, al di là del malcontento dei tifosi per "un mercato non da Champions", come ripetono, il segnale più preoccupante è che la stagione inizia con l'allenatore in scadenza di contratto. Già, perché Inzaghi è legato alla Lazio fino al 2021 e non c'è in agenda alcun incontro per il rinnovo: evidente che nessuna delle due parti, né il tecnico né Lotito, abbia fretta di prolungare il rapporto. Partire con il contratto in scadenza è una novità assoluta per Inzaghi, al quinto campionato (più 7 partite di quello 2015-2016, quando subentrò all'esonerato Pioli) sulla panchina della Lazio. "Il più difficile", ripete lui, giustamente. Perché non c'è solo da giocare ogni tre giorni, ma l'impegno infrasettimanale è la prestigiosa Champions League. "Mi aspetto i rinforzi promessi", ha detto il 4 settembre, ultimo giorno di ritiro. Oltre a Hoedt, attende una mezzala che possa tenere sulla corda i titolarissimi Milinkovic e Luis Alberto. In corso un tentativo per Draxler, che il Psg sembra disposto a cedere. Di sicuro, proprio aver trattenuto i top player, dagli stessi Milinkovic e Luis Alberto a Immobile (contratto rinnovato con la cifra record, per la Lazio, di 4 milioni netti a stagione), Correa (respinta un'offerta da 30 milioni della Juve) e Acerbi, è la nota positiva della turbolenta estate biancoceleste. Ancora una volta, la strategia prevede una formazione titolare di spessore e poi alternative che considerano la Lazio un punto d'arrivo, quindi affamate e totalmente dedite alla causa (Hoedt, Escalante, Cataldi, Akpa Akpro, Parolo, Marusic, Lukaku, Caicedo e così via): questa filosofia ha pagato gli anni scorsi, ma stavolta c'è la Champions - appunto - e piazzare un bel punto interrogativo sulla (rischiosa) scelta è inevitabile.

                            Debutto senza volti nuovi

                            Fatto sta che la Lazio debutta a Cagliari senza neanche un nuovo acquisto nella formazione titolare: Reina, Escalante e Akpa Akpro vanno in panchina, Fares non è disponibile (ed è comunque in ritardo di preparazione) e il "pivot" Muriqi è infortunato e in quarantena (è risultato positivo a un tampone fatto la settimana scorsa in Turchia). Giocano i soliti, che però - a parte Lulic e Luiz Felipe, entrambi in infermeria e il capitano non si sa quando tornerà a giocare - sono gli stessi che l'anno scorso hanno strappato la Supercoppa alla Juve ed erano in corsa per lo scudetto - con quella meravigliosa serie di 21 risultati utili consecutivi - fino allo stop per pandemia. Dalla Scarpa d'Oro Immobile al ritrovato Leiva, tutti hanno voglia di ripetere la favolosa stagione scorsa, evitando gli errori che hanno fatto scivolare la squadra, dopo il lockdown, dal secondo al quarto posto. Lotito conta i mancati guadagni da Covid, quantificati in 45 milioni, proprio nella stagione del ritorno in Champions, ma dalla sua Lazio si aspetta comunque risultati importanti: entrare tra le prime 4 in campionato e superare il girone nella competizione più prestigiosa d'Europa, questi gli obiettivi. Con qualche colpo finale sul mercato, magari centrarli sarebbe meno complicato di quanto non appaia adesso. E placherebbe l'ira dei tifosi, da settimane scatenati sui social contro le scelte fatte nella campagna acquisti. Tanto per cambiare, appunto: succede ogni estate, poi spesso il campo e i risultati danno ragione a Lotito e Tare. Accadrà anche nell'anno più difficile, quello del sospirato ritorno in Champions?

                            Il ritorno in Champions sembrava presagire una campagna acquisti scoppiettante. Dopo il no di David Silva, nessun volto nuovo (Reina, Escalante, Akpa Akpro, Mu…
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              La Supercoppa è del Bayern Monaco, Siviglia battuto 2-1 ai supplementari

                              A Budapest fa festa la squadra di Flick che vince per la seconda volta nella sua storia il trofeo. All'iniziale vantaggio spagnolo di Ocampos risponde Goretzka, decide nel primo overtime Martinez

                              A Budapest fa festa la squadra di Flick che vince per la seconda volta nella sua storia il trofeo. All'iniziale vantaggio spagnolo di Ocampos risponde Gore…
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                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Il nome di Massimiliano Allegri già aleggia su tutto il campionato. Costretto a rimanere fermo dopo oltre un anno dall’addio alla Juventus e ben sei scudetti conquistati, è stato però a un passo dall’Inter, e molti lo vedrebbero bene alla guida della Roma al posto di Fonseca. Il suo calcio non è mai stato apprezzato fino in fondo, però resta comunque fra gli allenatori top in Italia, e a certi suoi dogmi (importanza della difesa, nessuna ossessione per gli schemi, esaltazione della tecnica per i giovani talenti) sono arrivati anche i suoi successori. Insomma, per ora è quasi tutto perfetto, poi prima o poi è quasi scontato che qualcuno debba andare a bussare alla sua porta…

                                Aleggia (o volteggia vedetela come come volete) sul calcio italiano la figura di Massimiliano Allegri. Allenatore top la cui grandezza e validità non gli è mai stata riconosciuta fino in fondo. Qualsiasi commentatore tv, qualsiasi tifoso da divano è pronto a rimproverargli qualcosa, a criticarlo, ad attaccarlo, a sminuirlo.

                                La congiuntura negativa che avvinghia non solo i club italiani ma anche quelli che vanno per la maggiore in Europa, hanno tenuto fermo Allegri già oltre il classico anno di decompressione. Abbastanza strano per uno che ha vinto sei scudetti e costruito un proprio personaggio, fortemente caratterizzato dal suo stile semplice e diretto. Ma non esiste il prototipo di un allenatore ideale, visto che è solitamente un compromesso tra un tecnico e uno stregone. E soprattutto più si sale in alto, più ci si afferma e si guadagna, meno diventano i club alla tua stessa altezza. Ce ne possono essere una decina in Europa, non molti di più.

                                Allegri era l’uomo pronto a prendere in mano l’ Inter qualora Conte avesse mollato all’inizio della nuova stagione, potrebbe essere il nuovo allenatore della Roma qualora i Friedkin decidessero – sia pure in considerevole ritardo… – che Fonseca non è l’uomo giusto per il rilancio della squadra e che non ci sono margini per un salto di immagine e qualità. Se l’ Inter ha una rotta molto precisa e deve solo attendere i risultati, la Roma è in equilibrio molto precario e ancora non ha un piano preciso per il suo futuro. Per cui Allegri resta sullo sfondo.

                                Il contratto di Allegri con la Juventus è scaduto alla fine della stagione scorsa, e questo è un punto a suo favore, contrariamente a Spalletti (Inter) o Sarri (Juventus) che hanno ancora contratti che consentono loro di guadagnare bene e non essere travolti dalle vicende di un grande club. Difficilmente oggi in Italia Spalletti e Sarri troverebbero club che possano pagarli più di quanto già guadagnano oggi stando fermi.

                                La stessa controversa avventura di Sarri alla Juventus ha ancor più esaltato le qualità di Allegri. Uno dei pochi in Italia a predicare un calcio che non sottovaluti la difesa e allo stesso tempo esalti ancora le qualità dei campioni e dei giovani, che valorizzi il talento di fronte a un eccesso di tatticismo e di schematismo del pallone. Accusato di eccessiva prudenza soprattutto in campo internazionale, abbiamo visto poi, in seguito, che tutti finiscono col ragionare come lui e a tenere l’equilibrio di una squadra in grande considerazione. A parole tutti giocano a tre punte, con Ronaldo, Dybala e Manduzukic (o Morata adesso…), nei fatti tutti poi si rendono conto che devono fare una scelta, e che un sacrificio sarà necessario. Nemmeno Pirlo, che pure è simbolo in persona di un calcio di alta classe e alta qualità, riuscirà a sfuggire da questa tagliola.

                                Noi adesso vediamo una situazione generale molto distaccata, quasi perfetta. Ma la possibilità che qualche squadra sbagli strada è alta, anche perché le formazioni sono incomplete e la stagione ipercompressa, piena di insidie. Non ultimo il fatto stesso che l’epidemia di Coronavirus abbia forte influenza sulla gestione delle squadre stesse. Pensiamo alla positività al Covid di Ibrahimovic, l’uomo migliore in assoluto del Milan.

                                Ci avviamo verso una stagione ansiogena e discretamente fuori controllo, che un grande club – dalla Juve al Milan, dall’Inter alla Roma – abbia all’improvviso bisogno di una svolta e di un cambio di gestione non è escluso. E Max Allegri è lì sulla terrazza sul mare di Livorno che aspetta tranquillo, senza ansia e senza fretta.

                                Aleggia (o volteggia vedetela come come volete) sul calcio italiano la figura di Massimiliano Allegri. Allenatore top la cui grandezza e validità non gli è mai stata riconosciuta fino in fondo. Qualsiasi commentatore tv, qualsiasi tifoso da divano è pronto a rimproverargli qualcosa, a criticarlo, ad attaccarlo, a sminuirlo. La congiuntura negativa che avvinghia non solo i club italiani ma anche quelli che vanno per la maggiore in Europa, hanno tenuto fermo Allegri già oltre il classico anno di decompressione. Abbastanza strano per uno che ha vinto sei scudetti e costruito un proprio personaggio, fortemente caratterizzato dal suo stile semplice e diretto. Ma non esiste il prototipo di un allenatore ideale, visto che è solitamente un compromesso tra un tecnico e uno stregone. E soprattutto più si sale in alto, più ci si afferma e si guadagna, meno diventano i club alla tua stessa altezza. Ce ne possono essere una decina in Europa, non molti di più. Allegri era l'uomo pronto a prendere in
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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