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La quieta distruzione digitale della civiltà

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    #16
    Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza Messaggio
    https://www.theatlantic.com/magazine...ration/534198/

    Articolo lungo, in inglese. Vale assolutamente la pena leggerlo.
    Tra i dati più netti:

    - gli adolescenti americani passano più tempo interagendo tramite smartphone che dal vivo
    - dal 2007 al 2015 il tasso di suicidi nella fascia 12-14 anni è raddoppiato tra i maschi e triplicato tra le femmine
    - Facebook ha dichiarato ai suoi clienti di essere in grado di stabilire quando gli utenti più giovani sono in un momento di particolare vulnerabilità (e quindi più influenzabili)
    - l'incidenza di disturbi del sonno tra gli adolescenti è aumentata del 22% in soli tre anni, tra il 2012 e il 2015. Essa è direttamente correlata all'uso di smartphone e social networks. Leggere libri invece è inversamente correlato.

    Questo articolo invece spiega come le notifiche delle app facciano leva sugli stessi meccanismi mentali della dipendenza da sostanze e comportamenti disfunzionali (remunerazione dopaminergica a brevissimo termine):

    The Google, Apple and Facebook workers who helped make technology so addictive are disconnecting themselves from the internet. Paul Lewis reports on the Silicon Valley refuseniks who worry the race for human attention has created a world of perpetual distraction that could ultimately end in disaster


    Credo sia lecito preoccuparsi delle possibili conseguenze, o perlomeno incuriosirsi.
    Sono dati drammatici, che per la maggior parte conoscevo. Quello che a me preoccupa forse di piu' e' l' influsso che hanno e hanno avuto i social sugli adulti. Nella stragrande maggioranza dei casi c'e' stata una re-infantilizzazione, una regressione mentale spaventosa e una modifica comportamentale totale da parte di chi usa/abusa Facebook, Twitter o Instagram

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      #17
      Personalmente penso che il "sempre e ovunque" sia dannoso per tutto, o quasi.
      Lo staccarsi internet, da una postazione "fissa" è stato il salto di qualità del mezzo, che ha aperto un vaso di pandora di problematiche, anche totalmente nuove

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        #18
        Io per ora a mio figlio lascio lo Smart, il mio, lui non l'ha ancora ma rompe per averlo poichè ormai a squola a quell'età l'hanno quasi tutti (11 anni) un'ora al giorno max e solo come ricompensa, dopo i compiti, dopo aver aiutato un po' in casa, piccole cose eh, ma si cerca di fargli capire che le cose bisogna guadagnarsele.

        A quell'età bisogna fare attività fisiche e manuali, stare in compagnia di coetanei e sviluppare la propria intelligenza, l'iperconnessione rischia davverodi essere dannosissima oltre che dare dipendenza.
        Essere padre in questo periodo storico, ma anche essere pre adolescente/adolescente è piuttosto difficile.
        Originariamente Scritto da BLOOD black
        per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

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          #19
          è la preoccupazione che hanno avuto tutte le generazioni a ridosso delle rivoluzioni tecnologiche.
          Con la differenza, questa volta, che non adeguarsi sta diventando sostanzialmente impossibile (o persino pericoloso).

          Onestamente sono più preoccupato del digital devide di generazioni over 50 che, per una quota enorme, non colmeranno mai il gap digitale, non capiranno mai realmente cosa siano e come funzionino i social, non avranno mai l'apprendimento intuitivo della tecnologia. E questa gente sarà una quota enorme della nostra popolazione e classe dirigente ancora per molto. Alcuni, ottimi, verranno scalzati via da mediocri digitalizzati (se non altro perché quelli "bravi" e digitalizzati, non hanno il pelo sullo stomaco per fare secchi i vecchi, capendone ancora l'immane contributo che possono dare).

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            #20
            Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza Messaggio
            https://www.theatlantic.com/magazine...ration/534198/

            Articolo lungo, in inglese. Vale assolutamente la pena leggerlo.
            Tra i dati più netti:

            - gli adolescenti americani passano più tempo interagendo tramite smartphone che dal vivo
            - dal 2007 al 2015 il tasso di suicidi nella fascia 12-14 anni è raddoppiato tra i maschi e triplicato tra le femmine
            - Facebook ha dichiarato ai suoi clienti di essere in grado di stabilire quando gli utenti più giovani sono in un momento di particolare vulnerabilità (e quindi più influenzabili)
            - l'incidenza di disturbi del sonno tra gli adolescenti è aumentata del 22% in soli tre anni, tra il 2012 e il 2015. Essa è direttamente correlata all'uso di smartphone e social networks. Leggere libri invece è inversamente correlato.

            Questo articolo invece spiega come le notifiche delle app facciano leva sugli stessi meccanismi mentali della dipendenza da sostanze e comportamenti disfunzionali (remunerazione dopaminergica a brevissimo termine):

            The Google, Apple and Facebook workers who helped make technology so addictive are disconnecting themselves from the internet. Paul Lewis reports on the Silicon Valley refuseniks who worry the race for human attention has created a world of perpetual distraction that could ultimately end in disaster


            Credo sia lecito preoccuparsi delle possibili conseguenze, o perlomeno incuriosirsi.
            Beh sulla seconda parte che hai scritto sulle notifiche mi capita di guardare il cell e se vedo notifiche, che qualcuno mi ha scritto sono contento, se non vedo nulla mi rattristo, poso il cell e poi ossessivamente dopo 15-30 min riguardo per vedere se qualcuno ha scritto e cosi via. Spesso scrivo.qualche stronzata a qualcuno solo x attendere una risposta.

            Comportamenti di chi soffre di autostima, ha bassa considerazione di sé, ricerca attenzioni per sentirsi importante
            Originariamente Scritto da laplace
            Io che sono innocente, il più innocente di tutti maledetti bastardi che mi avete concepito per poi farmi passare serate come questa
            Originariamente Scritto da Pesca
            vuole disperatamente scoprire se scopo, bevo, mi faccio inculare. cose che non saprà mai.

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              #21
              Premetto che ho sempre lavorato nel settore IT e sono un classe 93 (quindi ne troppo old ne troppo young).

              Quando non avevo Internet a casa, acquistavo riviste di informatica (ormai scomparse), sia per i videogames allegati sia per erudirmi sull'argomento, cosí come per la ricerca di qualsiasi informazione storico/scientifica disponevo delle classiche enciclopedie gigantesche di una volta. Internet ha cambiato il mio, anzi il nostro, modo di approvvigionamento delle informazioni, rendendolo piú semplice e dinamico.

              L'uso social va distinto: utile o potenzialmente dannoso. I social sono utili quando vengono usati con raziocinio, c'è chi appunto trova lavoro/lavoratori. Sono un'alternativa piú intrigante al buon vecchio MSN, che amavo. Il problema è che hanno aperto ad una serie di problematiche legate ad atteggiamenti psicotici, dalle insicurezze giovanili dovute al cyberbullismo, alla facilità nel "distrarre" dal focus della vita reale.

              Siamo passati dai ragazzini che chiedevano ai propri genitori la PlayStation, a quelli che adesso preferiscono un tablet, spostando di conseguenza l'attenzione delle aziende sull'universo mobile. È normale che in questa fattospecie siano i social il terreno fertile per la piú totale distruzione dell'essere, cosa che prima avveniva nelle comunità, sia fisiche (fumetterie, birrerie ecc) che virtuali (esempio forum). Alla base di tutto rimangono però i valori personali, infatti chi è coscienzioso sa darsi un freno, chi purtroppo ha una personalità piú debole o del tutto assente ne esce con le ossa rotte.

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