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Il libro sul comò, oggi ho letto...

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    Originariamente Scritto da The_Shadow Visualizza Messaggio
    Non so voi, ma per me tornare su classici che ho amato, quali hemingway, mann, conrad, etc, è "ostico" per un fatto di linguaggio.

    Avendo familiarizzato da parecchi anni con la narrativa contemporanea, ho necessità di una prosa più veloce e nervosa.

    Pagine di dettagli su un broccato...mi fanno sbroccare...
    io al contrario amo lo stile dei classici. Certo le interminabili descrizioni sul momento stuccano, ma finita la lettura ti accorgi di avere un'immagine quasi pittorica dei volti e dei luoghi

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      La narrativa si è evoluta, oggi ad esempio è impensabile che la storia di colpo si blocchi e venga descritta nei minimi dettagli tutto quello che c'è in una stanza in cui il protagonista è appena entrato. Piuttosto va descritto ciò con cui interagisce o ciò che può attirare la sua attenzione. Tutto inoltre va filtrato dalla personalità del personaggio, non si deve usare un tono neutro.
      La buona scrittura deve essere immersiva, il classico narratore onnisciente che entra ed esce dalla testa dei personaggi viene percepito come invadente. Meglio una narratore che mostri un punto di vista limitato, in modo che il lettore provi le stesse emozioni e percezioni del personaggio che le vive.

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        Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
        io al contrario amo lo stile dei classici. Certo le interminabili descrizioni sul momento stuccano, ma finita la lettura ti accorgi di avere un'immagine quasi pittorica dei volti e dei luoghi
        Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza Messaggio
        La narrativa si è evoluta, oggi ad esempio è impensabile che la storia di colpo si blocchi e venga descritta nei minimi dettagli tutto quello che c'è in una stanza in cui il protagonista è appena entrato. Piuttosto va descritto ciò con cui interagisce o ciò che può attirare la sua attenzione. Tutto inoltre va filtrato dalla personalità del personaggio, non si deve usare un tono neutro.
        La buona scrittura deve essere immersiva, il classico narratore onnisciente che entra ed esce dalla testa dei personaggi viene percepito come invadente. Meglio una narratore che mostri un punto di vista limitato, in modo che il lettore provi le stesse emozioni e percezioni del personaggio che le vive.

        Inviato dal mio Redmi Note 8T utilizzando Tapatalk
        Credo che in epoca pre-contemporanea ci fosse anche una funzione "pedagogica" della letteratura, con il compito di trasmettere al lettore degli elementi, dei particolari non di sua conoscenza. A quel tempo di fatto non c'erano media "caldi" (mcluhan) come la tv o l'web, saturi di informazioni. La letteratura era forse più di oggi un mezzo immaginifico.

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          Cosa metterete nella valigia quest'estate?

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            Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza Messaggio
            La narrativa si è evoluta, oggi ad esempio è impensabile che la storia di colpo si blocchi e venga descritta nei minimi dettagli tutto quello che c'è in una stanza in cui il protagonista è appena entrato. Piuttosto va descritto ciò con cui interagisce o ciò che può attirare la sua attenzione. Tutto inoltre va filtrato dalla personalità del personaggio, non si deve usare un tono neutro.
            La buona scrittura deve essere immersiva, il classico narratore onnisciente che entra ed esce dalla testa dei personaggi viene percepito come invadente. Meglio una narratore che mostri un punto di vista limitato, in modo che il lettore provi le stesse emozioni e percezioni del personaggio che le vive.

            Inviato dal mio Redmi Note 8T utilizzando Tapatalk


            Vuoi mettere Melville ed il suo trattato di cetologia nel bel mezzo della narrazione di una caccia alla balena?









            "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
            Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
            vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

            (L. Pirandello)

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              Tra i molti libri di fantascienza che ho letto, non ricordo se ho menzionato Un oscuro scrutare di Philip Dick: mi rimase impresso, molto bello.

              Altri due furono Destinazione Stelle e L’uomo Disintegrato di Alfred Bester.
              sigpic
              Free at last, they took your life
              They could not take your PRIDE

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                Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
                Tra i molti libri di fantascienza che ho letto, non ricordo se ho menzionato Un oscuro scrutare di Philip Dick: mi rimase impresso, molto bello.

                Altri due furono Destinazione Stelle e L’uomo Disintegrato di Alfred Bester.
                La fantascienza imho è stata spesso ingiustamente sottovalutata.

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                  Anni fa per un periodo leggevo solo fantascienza. Prima ho letto i 6 libri di Dune, poi sono passato a quasi ogni romanzo di Asimov, le tre grandi distopie (1984 di Orwell, Fahrenheit 451 di Bradbury, Il mondo nuovo di Huxley), poi altro come il Ciclo del mondo del fiume di Farmer, qualcosa di Arturh C. Clark e Philip Dick. Recentemente ho recuperato un romanzo famoso di quest'ultimo, Ubik. Lo sviluppo della trama in sé non mi ha entusiasmato, ma l'idea che sta alla base di tutto mi è piaciuta, compreso il finale enigmatico.
                  Last edited by Venkman85; 01-07-2022, 15:25:40.

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                    Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza Messaggio
                    le tre grandi distopie (1984 di Orwell, Fahrenheit 451 di Bradbury, Il mondo nuovo di Huxley)
                    Arancia Meccanica è la quarta.
                    Originariamente Scritto da Sean
                    Bob è pure un fervente cattolico.
                    E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.

                    Alice - How long is forever?
                    White Rabbit - Sometimes, just one second.

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                      Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza Messaggio
                      Arancia Meccanica è la quarta.
                      Pur adorandolo come film, il romanzo non l'ho ancora letto.

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                        Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza Messaggio
                        Anni fa per un periodo leggevo solo fantascienza. Prima ho letto i 6 libri di Dune, poi sono passato a quasi ogni romanzo di Asimov, le tre grandi distopie (1984 di Orwell, Fahrenheit 451 di Bradbury, Il mondo nuovo di Huxley), poi altro come il Ciclo del mondo del fiume di Farmer, qualcosa di Arturh C. Clark e Philip Dick. Recentemente ho recuperato un romanzo famoso di quest'ultimo, Ubik. Lo sviluppo della trama in sé non mi ha entusiasmato, ma l'idea che sta alla base di tutto mi è piaciuta, compreso il finale enigmatico.
                        Ho finito da poco il primo Dune e mi è piaciuto molto ma tra recensioni e trama gli altri mi sembrano un po' una merd4. Tu che dici? Li consiglieresti?

                        Inviato dal mio Mi 9T Pro utilizzando Tapatalk
                        Originariamente Scritto da claudio96

                        sigpic
                        più o meno il triplo

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                          Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
                          Ho finito da poco il primo Dune e mi è piaciuto molto ma tra recensioni e trama gli altri mi sembrano un po' una merd4. Tu che dici? Li consiglieresti?

                          Inviato dal mio Mi 9T Pro utilizzando Tapatalk
                          È una questione dibattuto da anni dai lettori di fantascienza, personalmente i seguiti di Dune li consiglio solo a chi è un fanatico del primo libro, sono libri mediamente più filosofici e meno avventurosi. Io in quei tempi impazzivo per l'opera di Herbert e ho divorato anche i seguiti, ma chi si aspetta toni simili al primo libro ne rimane deluso. Se uno è indeciso potrebbe leggere almeno il secondo e il terzo, che chiudono il ciclo iniziato nel primo libro e lasciano aperta la strada per quelli successivi (più distanti nel tempo e nei personaggi).

                          Senza fare spoiler, il secondo libro è corto ma lento, è una riflessione amara su ciò che nel primo libro veniva vissuto come epico. Al di là che piaccia o meno, ha un finale bellissimo.

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                            "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                            Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                            vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                            (L. Pirandello)

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                              Mi ha colpito molto "Circe", di Madeline Miller, una pseudo-autobiografia della celebre maga di Eea.
                              Originariamente Scritto da Alberto84
                              Te lo dico io gratis che devi fare per crescere: devi spignere fino a cagarti in mano


                              Originariamente Scritto da debe
                              Chi è che è riuscito a trasformarti in un assassino mangiatore di vite altrui?
                              Originariamente Scritto da Zbigniew
                              Kurt non sarebbe capace di distinguere, pur avendoli assaggiati entrambi, il formaggio dalla formaggia.
                              Un indecente crogiuolo di dislessia e malattie veneree.

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                                Per l'estate vi consiglio i 3 volumi de
                                La trilogia del Male
                                di Roberto Costantini.

                                Per tutti gli amanti del thriller di qualità...




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                                "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                                Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                                vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                                (L. Pirandello)

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