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L'angolo del Cinema - Oggi ho visto

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    Augurissimi a mitico Clint, 90 anni di gloria



    Originariamente Scritto da Giampo93
    Finché c'è emivita c'è Speran*a

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      Grandissimo regista e grandissimo personaggio
      Originariamente Scritto da Sean
      faccini, kazzi, fike, kuli
      cesko92 [at] live.it

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        Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
        lo vidi quando uscì diversi anni fa, c'è un cinema qua in città che ha sempre dei gran film da tutto il mondo. Ho visto li anche la isla minima, mi piacciono i film in spagnolo in generale, quelli di questo livello chiaramente ancora di più. Molto bello davvero.

        Di film in spagnolo più recenti mi è piaciuto dolor y gloria di Almodovar. Però è praticamente un'autobiografia, ti devono piacere i suoi film, e soprattutto averne visti diversi.
        Almodovar non mi piace particolarmente. Virerà sulla Isla minima, che già mi ero appuntato.

        Certo il cinema spagnolo vive un gran periodo...a differenza del piattume nostrano.
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Grande Clint, autentico mito e grandissimo regista.
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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            Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
            Lo stavo guardando ieri sera.... Poi dopo circa un'ora Moglie si è addormentata e non l'ho ancora finito. Aspetto il finale per un giudizio ma so far so good...

            La Hunt irriconoscibile... Oltre le rughe malcelate, credo si sia fregata i lineamenti tra botox e chirurgia.
            ecco aveva qualcosa di strano infatti, sembrava quasi deformata nelle ossa facciali. Peccato perchè aveva dei lineamenti particolari ma gradevoli.
            Io comunque sto prendendo la brutta abitudine di iniziare film e non finirli, a volte anche dopo averne visti 3\4 capisco che non mi interessa il finale. Successo ultimamente con united93, the snatch, i senza nome, la pelle che abito, i tenembaum... Conseguenza dell'avere ormai a disposizione gratis qualsiasi film ti vega in mente

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              Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
              Lo stavo guardando ieri sera.... Poi dopo circa un'ora Moglie si è addormentata e non l'ho ancora finito. Aspetto il finale per un giudizio ma so far so good...

              La Hunt irriconoscibile... Oltre le rughe malcelate, credo si sia fregata i lineamenti tra botox e chirurgia.
              Nooo, non va lasciato a metà, porca miseria



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                L'angolo del Cinema - Oggi ho visto

                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                Grande Clint, autentico mito e grandissimo regista.
                Tra l’altro personaggio molto schietto e quasi sempre politicamente schierato all’opposto rispetto all’ipocrisia ed al benaltrismo hollywoodiano
                Penso sia l’unico, di un certo spessore, ad essere dichiaratamente Repubblicano ad esempio
                Alcuni suoi ultimi film sono abbastanza esplicativi in tal senso
                Originariamente Scritto da Sean
                faccini, kazzi, fike, kuli
                cesko92 [at] live.it

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                  Originariamente Scritto da Sergio Visualizza Messaggio
                  Nooo, non va lasciato a metà, porca miseria
                  Moglie che russa affianco, non è il sottofondo ideale per un thriller
                  Cmq finito stamattina.... Mooolto particolare. Carino che ti faccia vedere la stessa scena e che tu spettatore, speri in epiloghi diversi. Ottimo film
                  « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

                  PRESENTI




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                    Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
                    ecco aveva qualcosa di strano infatti, sembrava quasi deformata nelle ossa facciali. Peccato perchè aveva dei lineamenti particolari ma gradevoli.
                    Io comunque sto prendendo la brutta abitudine di iniziare film e non finirli, a volte anche dopo averne visti 3\4 capisco che non mi interessa il finale. Successo ultimamente con united93, the snatch, i senza nome, la pelle che abito, i tenembaum... Conseguenza dell'avere ormai a disposizione gratis qualsiasi film ti vega in mente
                    Non so per quale strana associazione ma mi ha fatto venire in mente Jamie lee Curtis.... Le si è deformato il viso ed ha lineamenti squadrati. Cmq non è l'unica ad essere peggiorata per la chirurgia plastica..

                    Vero quello che dici sui film gratis ma se arrivo a 3/4 lo finisco..... In compenso ne tolgo tantissimi dopo 5/6 minuti.
                    « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

                    PRESENTI




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                      Visto SAngue blu, commedia nera con Alec Guinness del 1949.
                      Ogni tanto vedere un film in b\n ci sta, è rilassante come la lettura di un classico.
                      In ogni modo i film vecchissimi mi trasmettono molto meno il senso di "lontananza" (e di morte) che mi viene dai film anni 80, che con le loro musiche al sintetizzatore e i capelli cotonati sembrano raccontare una storia che un tempo conoscevamo ma non ci appartiene più.
                      Alfred Hitchcock, come Dickens o Dumas, invece ci raccontano storie che non abbiamo mai conosciuto, che sono fuori dal tempo, che non possiamo rimpiangere o rinnegare.
                      Tornando a Sangue Blu, comunque, è stato inserito nella lista dei 50 film più importanti di sempre, per cui ne consiglio la visione

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                        Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
                        Non so per quale strana associazione ma mi ha fatto venire in mente Jamie lee Curtis.... Le si è deformato il viso ed ha lineamenti squadrati. Cmq non è l'unica ad essere peggiorata per la chirurgia plastica..

                        Vero quello che dici sui film gratis ma se arrivo a 3/4 lo finisco..... In compenso ne tolgo tantissimi dopo 5/6 minuti.
                        Io ho il brutto vizio di guardare film solo mentre mangio. Per questo mi piace fare un solo grande pasto al giorno, la sera, mentre mi godo un film. Ma una volta finito il pasto, quasi sempre tolgo anche il film. In genere lo finisco la sera dopo, ma capita che mi viene in mente un altro film e così lo lascio perdere
                        Last edited by Arturo Bandini; 31-05-2020, 15:19:13.

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                          Mitico Clint. Grande regista, ma l'ho apprezzato molto anche come attore. Visto ieri sera in "Una calibro 20 per lo specialista", con un ottimo Jeff Bridges.

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                            Fedele a se stesso infedele al sistema Clint, il libertario

                            Il grande regista racconta la sua storia, la sua estetica e la sua etica individualista

                            Fedele a me stesso si intitola il bel libro che raccoglie un quarantennio di interviste a Clint Eastwood (Minimum Fax, a cura di Robert E. Kapsis e Kathie Coblentz, traduzione di Alice Casarini, 467 pagine, 20 euro), dal suo esordio come regista (Brivido nella notte) alla sua consacrazione come icona del cinema, quattro Oscar (Gli spietati, Million Dollar Baby), la media di un film all'anno, una garanzia davanti e dietro la macchina da presa, la più totale indipendenza rispetto agli studios, le mode, persino i gusti del pubblico...

                            Ciò che colpisce nella sua produzione, è la apparente varietà dei temi trattati: si va dalla vita dell'artista (Honkytonk Man, Bird, Cacciatore bianco, cuore nero), all'ethos della virilità (L'uomo nel mirino, Bronco Billy, Corda tesa, Gunny, Gran Torino, The Mule); dal western (Lo straniero senza nome, Il texano dagli occhi di ghiaccio, Il cavaliere pallido, Gli spietati) alla perdita dell'innocenza (Un mondo perfetto, Mistyc River, Changeling, Here-After); dalla natura dell'eroismo (Flag of our Fathers, Lettere da Iwo Jima) alla condizione femminile in un mondo patriarcale imperfetto (Million Dollar Baby, I ponti di Madison County).

                            Si tratta di classificazioni parziali e magari arbitrarie, all'interno delle quali si potrebbero ricavare ancora altri e diversi generi, nel senso che i caratteri e le storie raccontate possono essere viste come tante esplorazioni di un'unica condizione umana: l'allenatore di Million Dollar Baby è il fratello gemello del pensionato di Gran Torino, che a sua volta è la faccia consapevole e pulita dell'anziano corriere della droga di The Mule, ma non è questo il punto... Ciò che è più interessante, semmai, è il dover prendere atto che, come racconta appunto il titolo italiano di questo libro (l'originale inglese è l'asettico Interviews, Interviste), siamo di fronte a una filmografia che sempre e comunque mantiene un'impronta talmente personale, nel senso tecnico quanto contenutistico, da essere divenuta inconfondibile. Rimanda cioè a un mondo, meglio, a una visione del mondo «alla Eastwood»: è solo sua, è l'unica per lui possibile. Di essa fa parte, in primis, «l'eterno tema dell'essere diversi», ovvero la sua variante del singolo contro il sistema, le libertà individuali sopra ogni cosa. C'è poi quella che si potrebbe definire «la reticenza dell'eroe»: «In Hereafter è Matt Damon che non vuole aiutare gli altri perché la cosa gli rende la vita impossibile. In Million Dollar Baby, l'ultima cosa di cui il vecchio allenatore ha bisogno è un'atleta giovane, non ha mai voluto che le donne si dedicassero alla boxe. In Gran Torino Kowalski odia tutto e tutti; odia i vicini e la sua stessa famiglia; non gli piace il modo in cui sta cambiando il suo quartiere e il mondo in generale». È una «reticenza» però che ne svela sempre e comunque la «sanità» di fondo e, nonostante le barriere costruite per evitare di soffrire troppo, alla fine si accetta il rischio, si mantiene l'impegno con il proprio io: si sa che sarà una battaglia persa, si sa che però andrà egualmente combattuta.

                            Ciò fa sì che spesso i suoi personaggi siano banditi che agiscono secondo giustizia e poliziotti che disprezzano la lettera della legge, gli uni e gli altri possessori di un'etica semplice e diretta all'interno di quel «giardino del bene e del male» di cui tutti conosciamo perimetro e divieti. Allo stesso modo, e capovolgendo quella sintetica risposta che il protagonista di Fuga da Alcatraz dà a chi gli chiede come sia stata la sua giovinezza, e cioè «breve», la sua filmografia racconta soprattutto di eroi fedeli a ciò che sono stati prima che la società con le sue leggi imponesse loro la «maturità», e con essa la resa. Per certi versi, i suoi film sono come i romanzi di Ernest Hemingway. È una questione stilistica, innanzitutto, una tecnica a levare, a suggerire, a lasciar intendere, un'economia di mezzi per raggiungere il massimo degli scopi, l'emozione. Non è un caso che le interviste raccolte in Fedele a me stesso abbondino di riferimenti in tal senso.

                            È però anche una questione di contenuti. Eastwood viene da quel mondo lì, di uomini soli e solitari, di individualisti in lotta o in fuga dalla società, pieni di dubbi, ma con un'unica certezza: si muore. Tutti, nessuno escluso.
                            Rispetto a Hemingway, Eastwood è tuttavia più tormentato o, se si vuole, meno semplice. Lo è per motivi generazionali: laddove al primo, per età, è ancora concessa l'illusione di un campo d'azione vasto, se non illimitato, dove la tecnica, le masse, la burocrazia, lo Stato, la modernità, insomma, non soffocano la vita, al secondo non restano che scampoli di quotidianità in cui blindarsi per non essere sopraffatti. Lo è anche per motivazioni psicologiche: sciolto dal suo tempo il machismo hemingwayano è patetico, ovvero ridicolo, e Eastwood lo sa perfettamente. Uomini senza donne è un titolo di Ernest, Million Dollar Baby un titolo di Clint, un film di donne e uomini, di padri e di figlie, d'amore e di pietà.

                            Tutto questo aiuta anche a spiegare il ruolo e il peso di Eastwood nella cinematografia e, per esteso, nella società americana. Pur avendo interpretato, come pochi altri sullo schermo, la figura del ribelle, dell'uomo che non scende a patti, a volte del giustiziere, sempre dell'outlaw, del fuorilegge, del fuoricasta, nella vita Eastwood ha rappresentato l'esatto contrario. Non è mai stato un contestatore, non è mai stato un agitatore, non è mai stato un sovvertitore. Non gli si conoscono eccessi di droga, non gli si conoscono eccessi di alcol, eccentricità, bizzarrie, manie. E tuttavia l'idea di ritenerlo un reazionario o un uomo d'ordine, un difensore del sistema costituito è altrettanto sbagliata.

                            Più semplicemente, Eastwood ha intuito fin da subito e poi via via sempre meglio compreso, che nell'odierna società di massa e di costumi, nell'era del globalismo e della iper-tecnologia applicata, per conservare la propria libertà, la propria indipendenza mentale, occorreva un omaggio formale alle regole del gioco e una disciplina interiore atta a far sì che esse non influissero sulle scelte, sui comportamenti e sulle aspettative individuali. Come ogni anarchico privo di illusioni sulla natura umana, Eastwood sa benissimo che le leggi sono un male necessario. Servono per gli altri, fosse per lui saprebbe e potrebbe farne tranquillamente a meno. Quando decide di infrangerle è perché vengono a ledere la sua sfera più privata: la sua libertà di decidere, la sua dignità di essere umano.



                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Clint e’ il pragmatismo su grande schermo



                              Originariamente Scritto da Giampo93
                              Finché c'è emivita c'è Speran*a

                              Commenta


                                Clint è un mito. punto.
                                chiaro, schietto, patriottico. io lo adoro
                                sigpic
                                GORE - REBUILD THE BODY
                                (non so il front , ma il back pare migliorato )


                                Citazione:
                                Originalmente inviato da leonardoS
                                maledetto mongue, io sono 177cm quindi basso e pelato e grasso, il top secondo i canoni monguiani. Ma siccome lui è un secco sansa palle e sansa tesserino ifbb e scurnacchiat me ne fotto
                                http://www.bodyweb.com/forums/showpo...76&postcount=5

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