CORTE CONTI: ALLARME SPESA, STRETTA SU PENSIONI E STATALI
ROMA - La situazione dei conti pubblici "é grave", "non migliorerà nel 2006" e le sorti del 2007 sono legate a una eventuale ripresa dell' economia. Per questo occorre una manovra bis per frenare una spesa sempre più fuori controllo: pena un progressivo "impoverimento del sistema Italia". L' allarme è della Corte dei Conti che - nella Relazione sul rendiconto generale dello Stato - chiede innanzitutto "nuovi interventi correttivi" sulle pensioni e una revisione della contrattazione nel pubblico impiego per fronteggiare "il sistematico sforamento" delle retribuzioni. Del resto, per il presidente della Corte, Francesco Staderini, sul fronte del risanamento non c'é tempo per nuovi rinvii: quello che serve è "un colpo di frusta subito" da parte del Governo, "concentrando gli sforzi sulla ricostituzione di un ampio avanzo primario" e con l' obiettivo di far ripartire anche l' economia. Una ricetta che il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa giudica condivisibile.
RIFORME FATTE NON BASTANO, ALZARE ETA' PENSIONABILE - Sulla necessità di una manovra correttiva dei conti non c' è alcun dubbio. "Ma quello che serve è innanzitutto la riforma delle pensioni - ha sottolineato Staderini - anche se non è gradita a molti". "Non si tratta di toccare le pensioni in essere - ha spiegato - ma di diluire lo scalino del 2008, graduandolo nel tempo, e di ritardare l' età pensionabile portandola dagli attuali 60 anni a 62-63 anni", come nella maggior parte degli altri Paesi europei. Tutto ciò "escludendo alcuni lavoratori, come quelli che svolgono attività usuranti". "Su questo - ha aggiunto Staderini - sono d' accordo col Governatore della Banca d' Italia Draghi. E mi sembra che anche il ministro Padoa-Schioppa la pensi così". Del resto, si legge nella Relazione della Corte, "la questione della sostenibilità della spesa pensionistica è tutt' altro che risolta", visto che, "nonostante le importanti correzioni introdotte con le riforme avviate fin dagli anni '90, nei prossimi decenni l' Italia subirà i pesanti riflessi dell' invecchiamento della popolazione". "Anche le recenti correzioni - spiega la Corte - non appaiono pienamente adeguate alle esigenze di una stabilizzazione della spesa previdenziale nel breve-medio periodo". Di qui la necessità di "un' attenta valutazione dei possibili ulteriori interventi correttivi".
STATALI, FRENO A SALARI E NO A ESODI INCENTIVATI - Per la Corte, dunque, "il deterioramento del quadro di finanza pubblica non può essere ricondotto che in misura modesta alla stagnazione dell' economia". Le radici dello squilibrio dei conti sono piuttosto da riferire "ad una progressione della spesa corrente primaria che, da anni, appare in grado di schivare i ripetuti, multiformi, tentativi di porvi un freno". Nel mirino della magistratura contabile non solo le pensioni, ma anche i contratti pubblici. "Vi è l' esigenza di ridefinire gli indirizzi della contrattazione nel pubblico impiego e le normative sulle assunzioni e sui blocchi - si legge nella Relazione - in modo da fronteggiare la questione assai grave del sistematico sforamento, da parte dei redditi da lavoro delle amministrazioni pubbliche, di ogni limite prefissato". Basti pensare - si ricorda - che lo scorso anno le retribuzioni pubbliche sono aumentate del 4%, "il doppio dell' obiettivo programmatico, secondo una tendenza che ormai prosegue da molti anni e che conferma uno scostamento positivo non trascurabile nei confronti delle retribuzioni del settore privato". La Corte, inoltre, dice no alla proposta dei sindacati di un "esodo agevolato di circa 100.000 dipendenti pubblici". "E' troppo onerosa e va nella direzione opposta all' esigenza di alzare l' età della pensione", ha detto Staderini, contrario ad una "riduzione generalizzata che rischia di mettere in crisi molte amministrazioni". Meglio concentrarsi sulla scuola e sul comparto sicurezza

RIFORME FATTE NON BASTANO, ALZARE ETA' PENSIONABILE - Sulla necessità di una manovra correttiva dei conti non c' è alcun dubbio. "Ma quello che serve è innanzitutto la riforma delle pensioni - ha sottolineato Staderini - anche se non è gradita a molti". "Non si tratta di toccare le pensioni in essere - ha spiegato - ma di diluire lo scalino del 2008, graduandolo nel tempo, e di ritardare l' età pensionabile portandola dagli attuali 60 anni a 62-63 anni", come nella maggior parte degli altri Paesi europei. Tutto ciò "escludendo alcuni lavoratori, come quelli che svolgono attività usuranti". "Su questo - ha aggiunto Staderini - sono d' accordo col Governatore della Banca d' Italia Draghi. E mi sembra che anche il ministro Padoa-Schioppa la pensi così". Del resto, si legge nella Relazione della Corte, "la questione della sostenibilità della spesa pensionistica è tutt' altro che risolta", visto che, "nonostante le importanti correzioni introdotte con le riforme avviate fin dagli anni '90, nei prossimi decenni l' Italia subirà i pesanti riflessi dell' invecchiamento della popolazione". "Anche le recenti correzioni - spiega la Corte - non appaiono pienamente adeguate alle esigenze di una stabilizzazione della spesa previdenziale nel breve-medio periodo". Di qui la necessità di "un' attenta valutazione dei possibili ulteriori interventi correttivi".
STATALI, FRENO A SALARI E NO A ESODI INCENTIVATI - Per la Corte, dunque, "il deterioramento del quadro di finanza pubblica non può essere ricondotto che in misura modesta alla stagnazione dell' economia". Le radici dello squilibrio dei conti sono piuttosto da riferire "ad una progressione della spesa corrente primaria che, da anni, appare in grado di schivare i ripetuti, multiformi, tentativi di porvi un freno". Nel mirino della magistratura contabile non solo le pensioni, ma anche i contratti pubblici. "Vi è l' esigenza di ridefinire gli indirizzi della contrattazione nel pubblico impiego e le normative sulle assunzioni e sui blocchi - si legge nella Relazione - in modo da fronteggiare la questione assai grave del sistematico sforamento, da parte dei redditi da lavoro delle amministrazioni pubbliche, di ogni limite prefissato". Basti pensare - si ricorda - che lo scorso anno le retribuzioni pubbliche sono aumentate del 4%, "il doppio dell' obiettivo programmatico, secondo una tendenza che ormai prosegue da molti anni e che conferma uno scostamento positivo non trascurabile nei confronti delle retribuzioni del settore privato". La Corte, inoltre, dice no alla proposta dei sindacati di un "esodo agevolato di circa 100.000 dipendenti pubblici". "E' troppo onerosa e va nella direzione opposta all' esigenza di alzare l' età della pensione", ha detto Staderini, contrario ad una "riduzione generalizzata che rischia di mettere in crisi molte amministrazioni". Meglio concentrarsi sulla scuola e sul comparto sicurezza
Commenta