Originariamente Scritto da Arturo Bandini
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- il negazionismo sull'olocausto non è portato avanti da un paio di improvvisati come gli youtuber o giornalisti "amici di Israele", che chiedono di essere creduti "sulla fiducia" o per fede, ma da storici (si pensi ad Irving, che nasce come storico e solo poi si è "convertito" alle tesi negazioniste) o "studiosi" che hanno molti più argomenti per instillare il seme del dubbio entro la verità "ufficiale" che non "dove sono i cadaveri?" o "con 60mila morti a Gaza l'aria dovrebbe essere irrespirabile", e gli argomenti dei negazionisti li ho elencati sopra: camere a gas ricostruite di sana pianta; balletto dei numeri; gas che serviva per sanificare gli abiti dei prigionieri; testimonianze estorte con la "tortura" (quella di Hoss, il comandante di Auschwitz); le contraddizioni in tante testimianze dei sopravvissuti ecc...Per cui volendo tutto può essere "negato": un esempio recente le Torri Gemelle: grattacieli, secondo una certa vulgata, fatti crollare da entità non meglio specificate e anche lì, guarda caso, morti "scomparsi", spariti - e anche lì non si tiene in conto che il crollo e le macere hanno sepolto centinaia di cadaveri, e gli incendi li hanno come dissolti.
- l'unico argomento serio sarebbe invece quello di capire se a Gaza c'è o no un genocidio, perchè sicuramente ci sono crimini di guerra e volontà omicida che travalica la semplice "reazione" all'8 ottobre, questo almeno mi pare fuor di dubbio...ma non si può opporre che "a Gaza non c'è stato genocidio perchè la notizia è sparita dai media" essù...Circa il genocidio, facciamo attenzione a tener presente che non è il portarlo a termine la prova provata dello stesso, ma la volontà e i mezzi messi in atto a tal fine; e che la tesi del "non c'è genocidio nella Striscia perchè altrimenti li avrebbero fatti tutti fuori, e invece sono ancora lì" è la stessa che porta avanti Irving: «Non credo che ci fosse una politica generale del Reich per sterminare gli ebrei. Se ci fosse stata, sarebbero stati uccisi e ora non ci sarebbero così tanti milioni di sopravvissuti. E credetemi, sono contento per ogni sopravvissuto che c'è stato.» https://it.wikipedia.org/wiki/David_Irving
Siamo sempre su quel solco come si vede quando si tratta di argomenti negazionisti.
Sul resto trovo forzati i collegamenti con l'uso suppostamente "strumentale" da parte dei progressisti della tragedia di Gaza per "promuovere" le politiche immigrazioniste: queste ultime sono completamente svincolate da quanto accade in Palestina, e, come detto tante volte, afferiscono ad ideologie proprie delle democrazie liberaliste e alle ideologie progressiste ed indifferentiste, le stesse del globalismo, quelle che promuovono la negazione della identità, delle radici culturali, dei confini e dunque delle tradizioni e specificazioni (anche etniche) nazionali e locali: se esiste l'immigrazionismo deregolato è perchè esistono delle politiche e delle ideologie che in occidente lo permettono, è dal marcio interno al tronco che la pianta poi diventa fragile fino a crollare.
I palestinesi, come ho detto tante volte, non c'entrano nulla, anzi semmai sono una patente smentita delle politiche ed ideologie immigrazioniste, in quanto musulmani che voglio starsene a casa loro: i palestinesi, a differenza dei magrebini, egiziani, tunisini ecc...non vogliono emigrare: semmai ribadiscono che la terra propria è bene prezioso, da difendere fino al sacrificio della vita; che non vogliono essere nè dissolti e nè assimilati in un "altrove" che non gli appartiene (i piani per "esfiltrarli" da Gaza e "riposizionarli" chissà dove, forse in Libano o in Africa); che se anche tutto viene distrutto, e non resta un mezzo edificio in piedi, quella è comunque casa propria, radice da cui non ci si distacca.
Se c'è un popolo musulmano che smentisce in toto la narrativa immigrazionista e progressista delle genti "come fluido" che può essere travasato da un vaso all'altro, senza che il composto muti di essenza e sostanza, perchè il "mondo è una casa unica" anzi, una lavagna pulita su cui si può di volta in volta ricreare una realtà, sovrascrivere storie cancellandone delle altre, ebbene quello è proprio il popolo palestinese, che in Europa non ci vuole venire e che vuole restare lì dove è nato e dove ci sono i suoi morti.
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