Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sean
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    Ranieri dice sì alla Nazionale, la pensione può attendere

    L’ex allenatore della Roma manterrà anche il ruolo di consulente dei Friedkin. Il caso dell’incompatibilità affidato all’ufficio legale

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  • Sean
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    Ranieri c.t. azzurro e il doppio incarico: cosa dicono le regole della Figc

    L'allenatore non è tesserato con la Roma, ha un contratto di consulenza direttamente con la famiglia Friedkin: quindi se accetterà l'offerta di Gravina riuscirà ad aggirare una norma Federale che impedisce al c.t. di «svolgere attività per società, neppure con mansioni diverse»

    Non accadeva da più di mezzo secolo, per la precisione da 58 anni. In sostanza, se Claudio Ranieri dovesse dire di sì alla proposta di Gabriele Gravina – di sedersi sulla panchina azzurra al posto di Luciano Spalletti –, guiderebbe l’Italia ricoprendo in contemporanea un ruolo all’interno di un club. Molti decenni fa succedeva spesso (e in altri sport accade ancora). Ad esempio, Ferruccio Novo è stato presidente del Torino e nella commissione alla guida dell’Italia dal febbraio 1949 al luglio 1950. O Alfredo Foni e Gipo Viani: negli anni ‘50 allenavano rispettivamente Inter e Milan ed erano stati chiamati sulla panchina della Nazionale. Ce ne sono diversi: nella lista c’è anche il grande Silvio Piola (giocava nel Novara ed era al fianco di Czeizler e Schiavio in azzurro tra il novembre 1953 e il giugno 1954), ma l’ultimo è stato il Mago, Helenio Herrera. Dal novembre 1966 al marzo 1967, ha guidato contemporaneamente l’Inter e l’Italia (la Nazionale con Ferruccio Valcareggi).

    L'ultimo in Italia è stato Calzona

    Se dirà sì, ora toccherà a Ranieri. Riuscirà ad aggirare una norma Federale che impedisce al c.t. di «svolgere attività per società, neppure con mansioni diverse, salvo che il contratto economico non sia stato risolto consensualmente». Ma Ranieri non è tesserato con la Roma. Ha un contratto di consulenza direttamente con la famiglia Friedkin. In Europa, recentemente, è successo ad altri di ricoprire un doppio ruolo. Come dimenticare Francesco Calzona un anno fa: dal 19 febbraio al 26 marzo 2024, è stato sia tecnico del Napoli sia c.t. della Slovacchia. In passato ci sono stati uomini di calcio importanti. Come Rinus Michels – che portò l’Olanda alla finale del Mondiale del 1974 mentre era sotto contratto anche con il Barcellona – o il grande Sir Alex Ferguson, che guidò la Scozia fino ai Mondiali del 1986 mentre era allenatore dell’Aberdeen. O ancora Guus Hiddink (nel 2009 era allenatore del Chelsea e c.t. della Russia), Dick Advocaat (Az Alkmaar e Belgio) e Fatih Terim (Galatasaray e Turchia). Fino a Fabio Cannavaro che nel 2019 era c.t. della Cina e allenatore del Guangzhou.

    ​​CorSera

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  • Sean
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    Spalletti: «La squadra è logora, ma non ho alibi. Non ho fatto bene il mio lavoro»

    Il c.t. azzurro dopo la sua ultima panchina si toglie qualche sassolino dalle scarpe: «Spero che in futuro chi rinuncia alla Nazionale non possa essere più chiamato». E ancora: «Lascio questa Italia così come l’ho trovata, uguale uguale».

    Spalletti ultimo atto. Fra uno slancio d’orgoglio e un pensiero al futuro, in una notte solitaria e finale, con la valigia dei sogni già chiusa e pronta: «Ho fatto male il mio lavoro, non ho migliorato questa squadra». Big Luciano scende consapevole, l’Italia continua il suo difficile viaggio verso l’ignoto. «Ma ai Mondiali ci andremo, ne sono super convinto, io farò il tifo per chi verrà dopo di me» sorrideva amaro l’ormai ex c.t. azzurro già prima della partita su Rai 1, sostenendo la candidatura di Claudio Ranieri: «L’uomo giusto? Non lo so, ma è un professionista che ha girato il mondo, sa toccare i tasti giusti, lo ha dimostrato con la Roma quest’anno. La Federazione sa scegliere. Se fosse lui, sarò il primo a fare il tifo».

    «Non ho dato le dimissioni, non l'avrei mai fatto»

    Poi un sassolino: « Spero che in futuro chi rinuncia alla Nazionale non possa essere più chiamato». E ancora: «Lascio questa Italia così come l’ho trovata, uguale uguale». Spalletti vuole lasciarsi il passato alle spalle, non prima però di aver ribadito di essere stato fedele fino all’ultimo ai propri principi: «Non ho dato le dimissioni, non l’avrei mai fatto. Gravina era dubbioso e l’ho spinto a dirmelo chiaramente. Ho firmato la risoluzione, perché per me i soldi non sono mai stati un problema. La Nazionale non è un club, è qualcosa di diverso». L’ex c.t. poi torna sulla scelta, tutta sua, di comunicare l’esonero prima della partita con la Moldova: «Perché avremmo dovuto dire altri due giorni di bugie? Siamo in ottimi rapporti e in buona amicizia. Se mi dici una cosa che non va e prendi una decisione, non mi puoi chiedere di stare in una condizione che non voglio, ovvero tenere tutto nascosto. È una questione di rispetto verso gli italiani. Se voleva venire con me uno della Federazione, poteva venire».

    «Non ho alibi, non ho fatto la differenza»

    Non è stata una partita facile, per Spalletti. Così come non lo è stata la notte dopo l’annuncio: «Non ho dormito. Nulla mi scivola addosso, nemmeno le vittorie». Ha affrontato la sua ultima partita da c.t. alla solita maniera, sempre in piedi e con le mani in tasca. Ha preso anche qualche fischio, quando l’altoparlante ha fatto il suo nome. All’inno, ha cantato abbracciato a Buffon. Poi i lunghi minuti in apnea, fino al gol di Raspadori e al raddoppio di Cambiaso. «La squadra è logora, ma non ho alibi, non ho fatto la differenza» le sue parole dopo il 2-0 troppo sofferto. Di buono, solo i tre punti per l’addio. Ora, il futuro. «Se tornerò ad allenare subito? Non lo so» taglia corto. Per ora, lo scenario più probabile è il riposo. Non gli farà male. Prima di ripartire, alla sua maniera, sempre fedele a sé stesso.

    ​CorSera

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  • Mario12
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    beh credo proprio che l’unica squadra senza allenatore sia la Juve

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  • robybaggio10
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    Spalletti NON è stato esonerato. E' la storiella che vi vogliono far credere. Semplicemente Spalletti ha già dietro n'altra squadra...e per fare bella figura hanno messo su tutta questa bella storiella. Lui che viene esonerato e non prende gli euro che gli spetterebbero da contratto. In questo modo ci guadagnano tutti. La federazione risparmia il suo ingaggio. Lui può sempre dire che lo hanno cacciato e non che se ne è andato per andare ad allenare un'altra squadra.

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