Lavoro: problemi e prospettive.

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  • TheSandman
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    Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
    Per lo studio non mi preoccupo - in questi ultimi mesi ho a malapena il tempo di andare in palestra - quello che mi preoccupa è fare una "scommessa" su un lavoro che poi non so se mi piacerà o meno
    E questo per me è un dubbio tostissimo
    Barone, quanti anni hai?

    ---------- Post added at 21:48:20 ---------- Previous post was at 21:46:49 ----------

    Originariamente Scritto da Theycallmechobo Visualizza Messaggio
    Scusa ma quello che dici ha poco senso(poi ti spiego perche'),intanto dirigente d'azienda..che azienda,che tipo,in che settore?..o cosi' a caso?
    Così a caso

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  • laplace
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    ho mandato io cv...mi hanno risposto quasi subito...ho fatto ingegneria elettronica con indirizzo informatico.
    da quello che ho visto sul campo, ci sono diplomati (periti) con due palle cosi...si sono formati sul campo
    iniziando da giovani..e avevano spiccate attitudini...

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  • Theycallmechobo
    replied
    Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
    No l'avvocatura non mi interessa. Anche perchè c'è il terno al lotto dell'esame di stato e non sono uno che adora essere mantenuto dai miei ancora a lungo. Già mi sta sulle balle che per vicende varie sono in ritardo sulla tabella di marcia.

    La laurea in giurisprudenza la voglio perchè la trovo un passpartout valido per fare il dirigente d'azienda.

    Chiaramente per diventarlo c'è da fare della gavetta, ma intanto inizio già a portare a casa uno stipendio e poi, visto che non mi reputo un coglione, ma anzi una persona sopra alla media in quanto ad affidabilità ecc.ecc., spero di fare la scalata professionale facendomi valere sul campo
    Scusa ma quello che dici ha poco senso(poi ti spiego perche'),intanto dirigente d'azienda..che azienda,che tipo,in che settore?..o cosi' a caso?

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  • Barone Bizzio
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    Per lo studio non mi preoccupo - in questi ultimi mesi ho a malapena il tempo di andare in palestra - quello che mi preoccupa è fare una "scommessa" su un lavoro che poi non so se mi piacerà o meno
    E questo per me è un dubbio tostissimo

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  • bersiker1980
    replied
    Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
    LLM in diritto internazionale pubblico all' LSE o Leiden

    Se non mi prendono inizio a fare la pratica e studio per diventare magistrato, per farlo a cagliari, perchè a quel punto baderei alla qualità della vita e la Sardegna da quel punto di vista non si batte

    Poi magari rimarrò folgorato dal diritto amministrativo o ambientale, chi lo sa

    ---------- Post added at 21:16:27 ---------- Previous post was at 21:12:37 ----------
    Imho se aspiri a magistratura lascia perdere la pratica forense: post laurea iscriviti piuttosto alla Scuola di specializzazione per le Professioni Legali e inizia a studiare come un forsennato.

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  • Barone Bizzio
    replied
    Originariamente Scritto da bersiker1980 Visualizza Messaggio
    Ma tutti voi iscritti al legge (Sandman, Bizzio, uruk ecc) aspirate a diventare avvocati o per voi è solo uno delle possibili sbocchi?
    LLM in diritto internazionale pubblico all' LSE o Leiden

    Se non mi prendono inizio a fare la pratica e studio per diventare magistrato, per farlo a cagliari, perchè a quel punto baderei alla qualità della vita e la Sardegna da quel punto di vista non si batte

    Poi magari rimarrò folgorato dal diritto amministrativo o ambientale, chi lo sa

    ---------- Post added at 21:16:27 ---------- Previous post was at 21:12:37 ----------

    Originariamente Scritto da ikuape86 Visualizza Messaggio
    ma il mercato ha bisogno di tutti questi avvocati? inoltre è così facile esercitare per conto proprio senza accozzi?a me non risulta
    Se uno è bravo gli accozzi se li crea
    Nella mia università - anche se privata e non molto "reputata"- c'è un prof giovanissimo di 32 anni che insegna diritto industriale e si è aperto uno studio tutto suo. E non è figlio di avvocati, che io sappia

    Allo stesso modo ho un amico che è arrivato alla normale di pisa e ora è dottorando con un famoso civilista campano che è "solo" figlio di un medico ed è arrivato a questi risultati studiando sempre e prendendo solo 29 e 30
    Alla fine siamo sempre lì, è questione di impegno e di vita monacale

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  • Cl4ud
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    Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
    La laurea in giurisprudenza la voglio perchè la trovo un passpartout valido per fare il dirigente d'azienda visto che non mi reputo un coglione, ma anzi una persona sopra alla media

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  • TheSandman
    replied
    Originariamente Scritto da bersiker1980 Visualizza Messaggio
    Ma tutti voi iscritti al legge (Sandman, Bizzio, uruk ecc) aspirate a diventare avvocati o per voi è solo uno delle possibili sbocchi?
    No l'avvocatura non mi interessa. Anche perchè c'è il terno al lotto dell'esame di stato e non sono uno che adora essere mantenuto dai miei ancora a lungo. Già mi sta sulle balle che per vicende varie sono in ritardo sulla tabella di marcia.

    La laurea in giurisprudenza la voglio perchè la trovo un passpartout valido per fare il dirigente d'azienda.

    Chiaramente per diventarlo c'è da fare della gavetta, ma intanto inizio già a portare a casa uno stipendio e poi, visto che non mi reputo un coglione, ma anzi una persona sopra alla media in quanto ad affidabilità ecc.ecc., spero di fare la scalata professionale facendomi valere sul campo

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  • bersiker1980
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    Ma tutti voi iscritti al legge (Sandman, Bizzio, uruk ecc) aspirate a diventare avvocati o per voi è solo uno delle possibili sbocchi?

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  • Lipidiman
    replied
    Originariamente Scritto da laplace Visualizza Messaggio
    sono le università che non sanno formare.
    prendete il mio caso. mi laurero in ingegneria e vengo assunto dopo un mese e mezzo.
    con grande entusiasmo vado a lavorare ma dopo un solo giorno vedo che è tutto diverso da quello che ho studiato.
    è colpa mia? io quello che mi hanno detto di fare l'ho fatto...i corsi di laurea vanno riformati e invece il governo pensa alle mignotte...
    cmq se ti rimbocchi le maniche e hai le palle riesci a restare a galla....è dura ma ci riesci.
    ti hanno chiamato loro o hai mandato un cv te? ti sei laureato col max dei voti ed in tempo? che ingegneria hai fatto?

    dato che dici che le cose fatte al lavoro sono totalmente diverse da quelle studiate, pensi che un semplice diplomato sarebbe in grado di fare la tua stessa professione? (magari con un periodo di formazione)
    Last edited by Lipidiman; 08-04-2011, 20:46:44.

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  • thetongue
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    io ero un mostro in filosofia e storia. mia madre mi impedi' di farle all'universita', o meglio disse che mi avrebbe tagliato i fondi e che mi sarei dovuto mantenere in qualche modo (prostituendomi?)
    non ho mai smesso di ringraziarla per questo

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  • TheSandman
    replied
    Concordo con Barone Bizzio.

    Chiaramente non è che uno debba rivoluzionare le proprie attitudini andando a fare facoltà che odia pur di avere un posto di lavoro, però deve riuscire a mediare tra i propri interessi e quello che il mercato offre.

    Io ero un patito di storia e filosofia, mi piaceva molto il latino, ma di andare a fare letterature antiche o storia all'università non lo trovavo una buona prospettiva per il futuro.

    Poi onore a chi ha deciso di farlo, però esiste un mercato del lavoro e fare i rivoluzionari da soli è poetico ma suicida.

    Ho optato per giurisprudenza, non sono, ahimè, in pari, ma ho una buona media e mi trovo bene.

    Ritengo inoltre che i problemi siano anche altri 3:

    1) Bisognerebbe che durante le lauree specialistiche ci fosse un maggiore coinvolgimento dello studente col mondo del lavoro (inserimenti decenti nelle aziene, praticantato/tirocinio per le lauree che portano alle professioni da fare durante la specialistica e non dopo, così da abbuonare 2 anni ad esempio a chi vorrà fare l'avvocato) ecc.ecc. Così da evitare allo studente che si laurea a 25-27 anni nelle laurea specialistiche di dover sorbirsi altri 2 anni di tirocini o praticantati o da non presentarsi "vergine" al mondo del lavoro

    2) troppi esami nelle facoltà. A giurisprudenza ho dato alcuni esami che all'atto pratico non conteranno poi molto, e che di fatto spesso erano però anche molto ardui da preparare.
    Questi esami vanno ridotti all'osso così da favorire l'abbassamento dell'età media del laureato.

    3) Bisogna che chi si laurei abbia l'umiltà di partire facendo la gavetta.
    Cosnosco gente neo- laureata che di fatto rifiuta lavori impiegatizi come primo impiego perchè li trova degradanti.
    Io ritengo che dirigenti sia impossibile diventarlo subito e che probabilmente non lo si diventerà nemmeno mai, però che bisogna avere l'umiltà di partire da queste posizioni per poi tentare la scalata mano a mano che l'esperienza diventa pari alla preparazione accademica.

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  • Barone Bizzio
    replied
    Originariamente Scritto da naoto Visualizza Messaggio
    Parlando seriamente: com'è possibile affrontare un percorso di studi di 5 e più anni controvoglia?

    Mettiamo il caso che io sia portato per le lingue o la letteratura o, che so, la storia. E decido di studiare Ingegneria solo perchè ci sarebbe un fantomatico posto di lavoro ad aspettarmi.

    Prevedo il seguente decorso:

    -1- se arrivo alla fine, ci metto non meno di 10 anni (in media anche coloro che studiano con costanza ed impegno, non ce ne mettono meno di 6-7).
    -2- una tortura di materie da studiare ed esami che, a prescindere da tutto, non mi serviranno.
    -3- sono un ingegnere. Ed ora? Che faccio? Il lavoro, potenzialmente, è "là". Ma come l'ottengo?

    Insomma, stiamo parlando dell'ovvio.

    L'Università dovrebbe essere una cosa seria, un percorso da intraprendere con passione e che dovrebbe farmi crescere come persona e non solo come futuro professionista.

    Un laureato in Storia dell'Arte con una prospettiva in mente, un progetto da sviluppare, voglia di aggiornarsi e di far evolvere la propria professionalità (checchè se ne dica, la "professione" non è solo quella che va ad ungere gli ingranaggi della Grande Catena di Montaggio), vale molto di più, per un Paese, di 10 ingegneri od economisti o matematici, che si riciclano in misero modo o che si muovono bendati.

    E, comunque, la frustrazione, la delusione e le aspettative deluse, in sede di studio, alla fine, pesano molto di più della disciplina impostasi.

    Semplicemente, per me, non si arriva alla fine.

    E lo Stato, vista l'organizzazione dell'Accademia italiana (libero accesso a quasi tutte le facoltà, migliaia di fuori corso che pagano tasse profumatissime) ha tutto l'interesse a tenerti ingabbiato a studiare codici civili che non ti piacciono od a memorizzare teoremi di Analisi che non ti serviranno, comunque, a nulla.

    Credo di essere stato un po' più argomentativo, come chiedevi.

    Forse.
    Secondo me se già parti con l' idea che "l' università dovrebbe" sbagli. L' università è quello che è. Stando così le cose, uno studente come se la deve giocare?
    Se gli piace la storia o la storia dell' arte dovrebbe iscriversi se e solo se:
    - è già un ottimo studente
    - è in grado di laurearsi in corso e con il massimo dei voti
    - è in grado di laurearsi "meglio" degli altri, considerando anche il fatto che dopo la riforma gelmini molte università pubbliche tendono a diventare laureifici

    A questo punto dovrebbe sapere, già prima, quali possibilità avrebbe di trovare lavoro: se non ha conoscenze la vedo già più difficile

    A questo punto meglio ripiegare su un qualcosa che piace di meno, una seconda scelta, che sia ingegneria o giurisprudenza, dipende da quella che è più incline alle sue passioni. Se ad uno gli piace la storia quasi di sicuro gli piaceranno diverse materie giuridiche, poco ma sicuro ( costituzionale, diritto internazionale, storia del diritto e filosofia del diritto)

    Ovviamente non dico che uno dovrebbe scegliere qualcosa che non gli piace e che non sa fare. Io ad esempio mai avrei scelto ingegneria, perchè sono totalmente incapace. Ma sono fermamente convinto che la perseveranza nel fare una cosa ce la faccia piacere: rimanendo a giurisprudenza, è un ambito conoscitivo talmente smisurato che è difficile ci sia qualcosa che non piaccia e per cui non valga la pena impegnarsi fino in fondo

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  • ikuape86
    replied
    ma il mercato ha bisogno di tutti questi avvocati? inoltre è così facile esercitare per conto proprio senza accozzi?a me non risulta

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  • Dan Master's
    replied
    Meglio un buon calzolaio che un pessimo avvocato.

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