E' una questione di razza

[ArthurBarrett]

Aprire un secondo fronte quando il primo non era ancora chiuso? ...


che poi giampo ha ragione. Anche ammettendo che ci fossero strutture del terrore si poteva almeno tentare qualche soluzione alternativa, più chirurgica-selettiva. Bin Laden in fondo é stato assassinato da un team di forze speciali con poche se non zero perdite civili. Invece questi volevano far la guerra e subito finché la paura era tanta, imho

[Giampo93]

Petrolio.

[ArthurBarrett]

E travaso di denaro pubblico...

[Bob Terwilliger]

Sottometti i tuoi nemici prima che siano abbastanza forti da sottomettere te. L’imperialismo è giusto.

[KURTANGLE]

https://m.youtube.com/watch?v=J5aseBw4BmM

perchè sei diventato ateo?
perchè non esistono prove scientifiche dell'esistenza di Dio!
COME PUOI DIRE QUESTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO?????????????'


haahhah

[NaturalHardCore]

Guardando il video dove vogliono internare un ragazzo perché parla di big bang direi che ci sono tutte le basi per una convivenza tra popoli di diverso credo.

[KURTANGLE]

comunque l'egiziano ateo è anche un busone
si vede chiaramente
giusto internarlo

[ArthurBarrett]

https://www.pandoratv.it/cosa-ha-tagliato-la-nbc-dallintervista-a-putin/

Giornalista sputinata di brutto

[ArthurBarrett]

https://m.tio.ch/svizzera/politica/1251128/si-valuta-il-rimpatrio-di-3200-eritrei

[Arturo Bandini]

Ognuno di noi ha una sua storia privata e delle radici intime, ma tutto questo andrà perso con la fine della nostra coscienza. Oltre alla nostra individualità, c'è una storia initerrotta che lega gli abitanti di una terra a quelli che erano lì prima di loro: sono gli stessi, i figli dei figli, gli stessi occhi, le stesse voci. Mi dispiace per questi poveretti che sono costretti a venire in un posto che non sarà mai casa loro. Anche se avranno dei figli che nasceranno qui e parleranno italiano, c'è qualcosa di più profondo, un senso di appartenenza e di nostalgia per un passato che non ho vissuto, ma io so che su queste stesse strade, tanti anni fa camminavano i miei nonni, e i nomi delle strade su cui oggi camminiamo, Garibaldi, Matteotti, Adua, rimandano a cose che erano importanti nelle loro vite, e qui c'è un filo che lega i vivi e i morti, in ogni autunno che ritorna e di cui riconosciamo l'odore, in pineta e nelle strade del centro, e quell'odore parla di noi, di chi siamo, nella nostalgia di un passato che ci appartiene e ci accomuna. Un Rumeno o Cinese che vengano a abitare qui, saranno per sempre estranei a questa memoria atavica. Dice che l'italia è sempre stata un coacervo di popoli, ma anche se fosse, prima era un assorbimento lento e impercettibile; ora non è più uno stillare di gocce, ma un'inondazione che travolgerà ogni cosa... Può darsi che io abbia lontano sangue d'africa o di grecia, ma per certo il mio bisnonno ha fatto la guerra in grecia, e la nonna mi raccontava di quando era bambina e i tedeschi rubavano i maiali, e ancora indietro nel tempo so dei miei trisnonni, dei nonni di loro, che come me, vivevano qui. La mia storia è qui.
questi che arrivano ora non hanno storie alle spalle, non qui, quindi non l'hanno in alcun luogo, perchè il luogo in cui era la loro memoria lo hanno dovuto abbandonare.
vengono qui a iniziare una nuova storia, ma quanto passerà prima che si possano dire italiani? e accadrà mai, o da ora in poi non ci sarà più una memoria stabile dietro le spalle, ma solo un continuo confuso mischiarsi con altri individui dalla storia ignota? perchè non esiste una storia individuale, e non resterà ricordo delle singole vite, ma dall'insieme di tutte le vite e di tutte le storie che hanno abitato un luogo ne resterà una comune, collettiva, e questa sarà la nostra memoria e la nostra identità.

ora che la vita scorre veloce, non più chiusa entro le valli in cui vivevano i nostri nonni, pur con tutti gli strumenti di memoria che abbiamo, sarà impossibile per le future generazioni costruirsi una memoria, perchè dietro di sè non vedranno una storia ferma e leggibile, ma confusi movimenti, incroci, ascendenze dimenticate. Tutti noi abbiamo bisogno di poggiare i piedi in un tempo a noi precendente per definire la nostra identità e per proiettarci dopo la nostra fine, in un mondo che, speriamo, non sarà troppo diverso da quello che abbiamo conosciuto. Non è rassicurante pensare che quando noi saremo morti la nostra città sarà abitata da persone che non c'entreranno più niente con noi, che non sapranno niente del nostro vecchio mondo, del biciclettaio Bianchi e della vecchina che vendeva i biglietti della lotteria sotto i portici. Io mi sento come se ci stessero sostituendo. Chi potrà ancora ricordare e ricostruire la storia, se i nuovi nati non avranno racconti da ascoltare, perchè chi dovrebbe raccontarglieli non era qui, ma in qualche posto d'africa o dell'asia? E per questo non li vorrei qui: perchè un paese non è fatto solo di strade e di case, ma della gente che lo abita e che lo ha costruito, e privare un paese delle sue radici è privarlo della sua dignità e ridurlo a un materiale e vuoto accumulo di individui, che potrebbero essere in italia come in qualsiasi altro luogo. Ma avrà ancora senso dire italia quando non si potrà più dire italiani? e senza più una storia collettiva, senza più patria, senza senso di appartenenza, le città saranno solo cemento e mattoni, svuotate della memoria di chi per primo viveva lì; le nostre storie saranno sempre più meschine, indifferenti a una visione comune: ognuno chiuso su se stesso a vivere la sua vita non più in un paese e in un popolo, ma entro il miserabile confine della sua casa. Un paese non è fatto solo di strade e case, ma è fatto dalle persone che ci abitano e che ne hanno fatto la storia, dandogli una forma attraverso i secoli, dando alle strade i nomi dei loro antenati, inventando mestieri e tradizioni. E allora ha ancora senso dire "io sono toscano", quando siamo tutti mischiati alla rinfusa? Non solo: ha ancora senso dire Toscana, quando la regione che era Toscana, e che nell'immaginario è tutt'uno con le persone che ci abitano e che estrinsecando la propria natura e la propria visione del mondo l'hanno plasmata, per cui Toscana non è solo un luogo geografico, ma il vernacolo fiorentino, e le colline coltivate a vigneti, la cucina povera fatta di zuppe e formaggi, e la dicromia dei marmi pisani, e la tradizione tessile di Prato che deriva dai conciatori medievali..... tutto questo ha ancora senso e dignità chiamarlo Toscana, ora che su queste strade camminano persone estranee alla sua storia? o conviene dire che è una storia finita, come sono finiti gli antichi egizi e i sumeri, e chi vedrà palazzo vecchio domani non dovrà più provare un senso di appartenenza, ma lo considererà come forse gli egizi moderni considerano le piramidi: un grosso ammasso di pietre che sta lì da sempre

[Arturo Bandini]

Gli africani li vedi ciondolare per le strade, come esseri amorfi privi di identità: tutti uguali perchè privi di storia. La loro storia non era qui: quelli da cui vengono, ancora 50 anni fa vivevano in capanne, del tutto estranei alla nostra cultura. Le tradizioni del loro paese sono lasciate alle spalle, la memoria collettiva distrutta, e vengono qui in una terra che si è plasmata nei secoli, che deriva da atene e da roma, dal medioevo coi suoi secoli oscuri, dai filosofi, dai mistici, dalle guerre.... un insieme complesso di accadimenti attraverso cui abbiamo camminato, arrivando fin qui. E loro vengono qui e fanno loro le nostre città: incongrui e padroni nelle strade parigine, a bruxelles, a milano, nelle campagne toscane.
Tutti uguali: essendo privi di identità, si appropriano dell'unica facilmente spendibile: quella globale dei berretti da baseball e delle catenone da rapper dei negri americani. Ma alle loro spalle non c'è neanche la storia limitata di quei negri, portati lì loro malgrado, affrancati dlla schiavitù, integrati, cittadini, ormai. Alle loro spalle non ci sono i negri della metropolitana di new york degli anni 70, ma i villaggi di stecchi e lamiera. Tanto che un cane, un gatto di roma, un mulo bardotto hanno più diritto di dirsi italiani, che non loro
Tu lo sai perchè molti tagliano il pane tenendolo premuto sul petto e volgendo la lama verso sè? Il mio babbo lo faceva senza neanche saperne il motivo, avendo imitato quelli più grandi quando era bambino; e la mamma si arrabbiava perchè questa usanza le sembrava assurda. Poi, tempo fa, un vecchio contadino toscano mi ha spiegato "si fa così perchè quando si lavora nei campi non abbiamo dove poggiarlo senza che si sporchi". E' affascinante, come un cane che prima di accucciarsi nella sua calda brandina si rigirà su sè svariate volte, per spianare la neve che i suoi antenati delle steppe avevano intorno; come il pane, che in Toscana facciamo senza sale, perchè dovemmo adeguarci quando nel Medioevo il sale costava troppo; come i sostrati storici da cui derivano i dialetti: in Toscana aspiriamo la C, perchè gli Etruschi non avevano questa consonante nel loro alfabeto, e noi, dopo 2000 anni dalla loro scomparsa, continuiamo a ometterla, perchè il nostro nonno parlava così, e suo nonno pure, e il nonno del nonno del nonno... fino a arrivare a un nonno etrusco. E' questa cosa incredibile che rimpiangerò quando saremo omogeneizzati, globalizzati, mischiati in un groviglio di ascendenze incerte e radici confuse. Noi siamo qui testimoni di una storia che viene da lontano, siamo come echi di voci da lungo tempo estinte: nel modo in cui tagliamo il pane o parliamo, mangiamo e facciamo l'amore. Ma il povero *****, per quanto possa starmi simpatico, è estraneo a questa catena.

[KURTANGLE]

in Toscana aspiriamo la C, perchè gli Etruschi non avevano questa consonante nel loro alfabeto, e noi, dopo 2000 anni dalla loro scomparsa, continuiamo a ometterla, perchè il nostro nonno parlava così, e suo nonno pure, e il nonno del nonno del nonno... fino a arrivare a un nonno etrusco. .

che cosa spettacolare
non lo sapevo!

[Arturo Bandini]

che cosa spettacolare
non lo sapevo!

è una delle tante teorie sulla gorgia toscana, ma è quella più affascinante

[ArthurBarrett]

Interessante

[Testa]

Potevate comprare una consonante